Reggio, Naccari Carlizzi risponde a muso duro agli esponenti del centro/destra

Rimandate al mittente le accuse di Romeo

pubblicato su [Strettoweb.com] il 29/04/2013

“Ho letto del rantolo rancoroso di alcuni dipendenti del PDL che hanno fatto delle menzogne il cuore della propria azione che sa veramente poco di politica. Questi professionisti della calunnia, che vivono di prebende e incarichi pubblici, sanno soltanto produrre falsità per cercare di coprire le gravi verità emerse in questi anni che hanno atterrato la nostra città e stanno ulteriormente prostrando la nostra regione“, è duro il tono con cui il neo consigliere regionale Demetrio Naccari Carlizzi risponde alle accuse del Pdl cittadino sull’affaire di Palazzo Tibi dopo la conferenza stampa di sabato mattina.

“Sia chiaro innanzitutto che nessuna campagna di delegittimazione potrà fermare la mia azione politica né la mia proposta così come l’impegno di opposizione che cerca di impedire a Scopelliti di dissestare anche la Regione dopo il Comune di Reggio e i Reggini. Annuncio anzi che ho preparato diverse interrogazioni (ad ora 8) e proposte di legge (ad ora 5) perché non interpreto la presenza in Consiglio regionale come una villeggiatura ma come un mandato degli elettori a lavorare per loro.


La legge “salva Scopelliti” approvata irregolarmente dal Consiglio regionale così come l’interrogazione sulle nomine in sanità sono solo una piccola parte del più vasto impegno con cui intendo onorare il mandato di consigliere. Entrambe sono atti gravissimi su cui credo torneranno gli operatori della giustizia e del diritto per soccorrere una Regione infiltrata da una sub cultura antidemocratica, squallida ed incapace”.

Naccari insiste sul tema sanità e il paragone con la situazione del comune reggino è d’obbligo: “Purtroppo le irregolarità nelle nomine all’ Asp di Reggio solo piccola parte di quelle del sistema sanitario calabrese, fatto anche di transazioni e cessioni oscure, bilanci assenti, budget ed extrabudget non dovuti, servizi in caduta libera, creditori non pagati. A tutto ciò si vuole fare fronte con qualche conferenza stampa celebrativa e senza riscontro nella realtà. Come quelle fatte a suo tempo al Comune di Reggio Calabria falsificando i dati ed inducendo disattenti controllori, poi ricredutisi in gravi errori

A tutto ciò va apprestato un rimedio non per un personale interesse ma per garantire i diritti sociali di tutti i calabresi ed è per questo che consiglieri regionali come me si impegnano nel mentre funzionari, diventati chissà come megadirigenti esterni, sono promossi nonostante debbano restituire ai reggini laute somme percepite e non dovute su cui peraltro non hanno pagato le tasse”.

Sulla polemica di Palazzo Tibi rimanda le accuse ai destinatari: “Nel merito delle deliranti accuse dei Romeo, riservandomi ogni azione a tutela del mio nome che è il bene più prezioso che possiedo, rilevo che da anni quando Scopelliti ha necessità di intorbidire le acque parla dei fitti di palazzo TIBI.

Facciamo chiarezza per l’ennesima volta. In questo palazzo sono proprietario in quanto erede di tre appartamenti. In uno ci abito, nell’altro ho lo studio, il terzo insieme ad alcuni posti macchina è in locazione all’ASP. Tutto risale al 1997 e non avevo alcun incarico né ruolo alla Regione.

La richiesta (che allego in foto) del direttore generale di allora (giunta regionale di centro destra e Scopelliti presidente del Consiglio regionale) di cedere in locazione i tre appartamenti, dopo avere acquisito in fitto tutti e due i corpi di fabbrica da altri proprietari, che nulla hanno a che vedere con la mia persona, è stata in parte da me respinta concedendo solo uno dei tre appartamenti richiesti. Chiaramente il canone di locazione è quello di mercato fissato dall’ Ufficio Tecnico Erariale come prevede la legge e la prassi.

Non percepisco quindi né ho mai percepito le somme di cui si favoleggia dolosamente. Tuttavia ringrazio i Romeo per l’insperato aiuto perché otterrò almeno parte di queste somme tramite un’azione civile risarcitoria verso coloro che hanno detto, scritto e pubblicato tale falsità.

Non ho poi alcun interesse alla permanenza di alcun ufficio pubblico o dell’ASP in detto immobile perché come è evidente a tutti un appartamento accanto al CEDIR e al nuovo palazzo di giustizia è molto appetibile ed infatti sono stato nel 1997 l’ultimo dei 7 condomini ad accettare la locazione asp e ripeto solo per un unico appartamento.

Colgo l’occasione per precisare che come da stato patrimoniale regolarmente pubblicato nella precedente legislatura (non tutti l’hanno fatto) dispongo soltanto dei beni che i miei genitori mi hanno donato. Non ho altri beni. Infatti scegliere di fare politica per me non è stato lo strumento per cambiare status sociale come per alcuni miei avversari che sono diventati ricchi per pubblici decreti.

Non ho mai chiesto né avuto incarichi di alcun genere da enti, aziende o società pubbliche o partecipate né mi sono mai fatto liquidare alcuna somma extra per svolgere funzioni o ruoli pubblici (decreto Reggio, commissioni varie, commissariamenti vari ) come è invece diventata prassi per i miei accusatori e per i loro mandanti.

Sarei contento se chi parla di politica pubblicasse i proventi pubblici di cui gode, legittimamente o con dubbi incarichi intuitus personae. Capiremmo tante cose e sarebbe un servizio alla trasparenza.

Quello che è certo è che andrò fino in fondo e sin d’ora avverto che come nel passato non consentirò di coprire il sacco di Reggio, la fuga degli autori e scelte di parte sulle spalle dei calabresi”.

 

 

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