Renzi deve essere se stesso, un giovane sindaco di una delle città più belle del mondo

Gli elettori del centro sinistra devono decidere chi li guiderà alle elezioni

Pubblicato su Calabria Ora il 27/11/2012

Alla fine sarà ballottaggio. Domenica prossima tra Bersani e Renzi si aspetta una battaglia all’ultimo voto?


Il ballottaggio è una nuova elezione. Gli elettori del centro sinistra devono decidere chi li guiderà alle elezioni. Sappiamo tutti che Matteo Renzi ha molte più chance di Bersani di convincere gli elettori indecisi. Ogni voto deve essere quindi soppesato non per equilibri di corrente ma per evitare al Paese uno stallo senza vincitori. L’ultimo voto potrà determinare i prossimi 5 anni, va pensato con la testa e non con la pancia.

Cosa deve fare il sindaco di Firenze per spuntarla sul segretario nazionale Pd?


Deve essere se stesso, un giovane sindaco di una delle città più belle e conosciute al mondo, capace di entusiasmare con le sue idee gli italiani e offrire una nuova prospettiva all’Italia, fondata su un programma analitico e convincente che ribalta gli stereotipi tradizionali che non funzionano più nella società in cui viviamo.


Gli elettori di Vendola e Tabacci probabilmente si schiereranno al
fianco del segretario nazionale Pd. Un problema in più?


Gli elettori di Vendola e Tabacci si schiereranno indipendentemente dalle indicazioni nazionali perché sono loro ad avere scelto Vendola e Tabacci e non il contrario. La democrazia è fondata sulla scelta dell’elettore, mentre la legge elettorale chiamata “porcellum” è fondata sulla scelta di pochi leader che hanno commissariato la democrazia. Le primarie del centrosinistra e i nostri elettori non sono però figli di questo paradosso. Con Renzi non potremmo mai avere parlamentari eletti a dispetto del consenso democratico o i primi dei non eletti del PD alla Camera e al Senato che sono i fratelli dei sindaci PDL Abramo e Arena. Renzi piace perché non sta negli schemi della vecchia politica.


Si aspetta che il sindaco di Firenze, viceversa, riceva un “aiutino”
dagli elettori di centrodestra?


Chi punta a essere votato solo dagli iscritti del proprio partito non può candidarsi alla guida delle istituzioni. L’idea che ci si candida per rappresentare l’opposizione valeva ai tempi del PCI come partito antisistema che preparava la rivoluzione ed era disinteressato al governo. Per vincere le elezioni Bersani o Renzi dovranno necessariamente essere votati da elettori delusi del centro destra perché il centro destra alle ultime elezioni era maggioranza. E’ elementare altrimenti come fa una forza che parte dall’opposizione a vincere coi voti di chi l’ha sostenuta prima, fotocopiando le schede? Il fatto che persino alle primarie elettori delusi dal centro destra in buona fede e senza strumentalità vogliano votare è il segno del crollo della destra e della capacità attrattiva di Renzi. Che facciamo ne approfittiamo o gli facciamo pagare una sua qualità?


Dovesse vincere le consultazioni di centrosinistra, quali dovrebbero
essere gli alleati alle politiche di Renzi?


E’ inaccettabile pensare di fare governi di coalizione frammentati e conflittuali tra forze politiche che non condividono un comune progetto per il Paese. Renzi chiede un voto maggioritario, i sondaggi univocamente ci dicono che è l’unico uomo del centro sinistra in grado di vincere e di ottenere la maggioranza. Se saremo maggioranza si potranno associare altri per condividere un progetto ma mai per mediare sugli obiettivi, per condizionare o rallentare l’azione di governo. L’Italia perde quotidianamente competitività industriale, i giovani sono disoccupati, quelli che lavorano non sempre percepiscono lo stipendio, quelli che tra loro andranno in pensione riceveranno un trattamento economico dimezzato, il debito pubblico è alle stelle. Che vogliamo per il futuro, un vecchio pentapartito o un programma chiaro per cambiare le cose?


Nelle primarie 2009 Bersani uscì da Reggio con una maggioranza
bulgara, oggi, con tutto il partito democratico al suo fianco non
raggiunge neppure il 47%. Colpa del commissariamento del partito?


La colpa è di anni di una idea del partito superata e di una gestione che lo ha depauperato e svuotato di energie e partecipazione. L’intero gruppo dirigente come si sono definiti nella campagna delle primarie ha impostato le primarie come una competizione dove un apparato replicava se stesso. Questo apparato come uomini è valido ma come organizzazione e funzionamento è ai minimi termini. La gestione del PD a livello locale è insufficiente. Ma secondo lei si può essere stanchi, burocratici e fermi in un momento in cui la città è in ginocchio, sfibrata e derubata? Il Pd deve ancora fare l’analisi del voto delle comunali, non l’ha fatta veramente. Noi siamo per un Pd diverso e le primarie servono anche a parlare di più e meglio con la città. Bisogna tenerne conto, altrimenti si finisce in un corto circuito logico. Io ho fiducia in quello che tutti insieme potremo fare con un modello organizzativo diverso e invogliando nuove partecipazioni nella politica.


Le primarie 2012, sono altra cosa rispetto a quelle del 2009. Regole
diverse e un voto che arriva subito dopo lo scioglimento del consiglio
comunale possono spiegare da sole un calo di oltre 6mila voti?

Queste sono primarie vere con persone che hanno deciso autonomamente di partecipare. Le primarie precedenti hanno visto numeri che sono stati smentiti sonoramente alle elezioni. Ognuno di noi avrebbe potuto moltiplicare i voti portando il parentato di ogni sostenitore ma non avrebbe avuto senso. Credo che ogni reggino abbia apprezzato che il suo voto conta e può determinare scelte. La scorsa volta alle primarie in Calabria avevano partecipato sulla carta più elettori che alle primarie dell’ Iowa con Obama e la Clinton e non mi sembra che i risultati siano stati positivi. I numeri più grandi se lavoreremo bene li avremo in premio alle elezioni.


Renzi, in riva allo Stretto, era dato per spacciato. Invece esce dalla città con il 24,4% dei consensi. Una vittoria per il suo comitato che non ha potuto contare sull’apparato democrat?


Le primarie sono un valore proprio perché sono un confronto aperto dove un outsider come Renzi contando sul 2% dei segretari di sezione può credibilmente vincere la partita con una proposta convincente. Io mi sono dedicato in questi anni all’amministrazione e ho trascurato nel recente passato l’organizzazione elettorale. Ma non credo di avere fatto poco per la mia città né di non essere ben presente a Reggio come in Calabria. Ho appena ricominciato e siamo ogni settimana di più. Se qualcuno pensava di potere fare a meno di noi solo perché facevamo per tutti il lavoro gravoso per opporci e smontare il modello Scopelliti ha dimostrato di essere cinico e soprattutto di sbagliarsi.

 

Cosa è successo a Monasterace? D'Attorre ha fatto allusioni nemmeno troppo velate.

A Monasterace un gruppo di cittadini guidato da chi per 15 anni ha guidato il Comune e rappresentato Monasterace in seno al Consiglio provinciale ha scelto Renzi e ha coinvolto una maggioranza ampia e rappresentativa di persone che ci credono. Se il PD parla del sostegno alla Lanzetta rispetto ai gravissimi atti subiti noi possiamo dire di essere stati già prima dalla sua parte. Se si pensa invece che l’esposizione mediatica sia un passaggio democratico che deve sostituire il consenso e regalarci un’altra stagione di cooptazioni credo che ci allontaniamo dalla percezione degli elettori che in Calabria sono stanchi di non essere rappresentati per scelte solo simboliche ed emotive. Credo invece che D’attorre sia stato male interpretato, essere un sindaco antimafia non vuol dire bloccare la democrazia, proprio perché gli altri protagonisti non sono per definizione dall’altra parte. Sostenere che è un problema che a Isola Capo Rizzuto e Monasterace i cittadini non votano Bersani è fraintendere le parole di D’attorre. Sarebbe come dire che i voti sono buoni a seconda dell’indirizzo che prendono, quando votano la Lanzetta si mentre se votano altri no.

 
In riva allo Stretto non si può trascurare un altro dato. Il governatore della Puglia, Nichi Vendola, ha dato del filo da torcere sia al sindaco di Firenze che all’ex ministro del governo Prodi. A sinistra del Pd qualcosa si sta muovendo, non crede?

A Reggio gli elettori che vengono dai DS hanno votato Vendola perché la Cirella ha fatto un buon lavoro e non hanno trovato riferimenti storici nell’area Bersani. Il voto di Bersani è stato infatti in larga parte determinato da Demetrio Battaglia, Gigi Meduri e Mimmo Battaglia che sono ex democristiani, da Gianni Milana che è un ex socialista e da Maso Canale che è ex segretario del PDCI. Se analizziamo i flussi delle circoscrizioni e dei Comuni con le dovute eccezioni (una per tutte Bagnara) è evidente che le ragioni del cuore abbiano spinto l’elettorato tradizionale ex comunista a votare Vendola, Sono convinto che un secondo turno sereno, razionale e libero

Gli farà apprezzare Renzi. D’altra parte la sinistra ha vinto a Reggio storicamente solo alle amministrative e a dispetto dei dirigenti che pretendevano di guidarla e i reggini lo sanno bene. 

 

 

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