Una riflessione su i fatti di Oslo e la figura di Gro Harlem Brundtland

Dovremo interrogarci molto su come costruire un modello di società per gli anni a venire

Gro Harlem Brundtland, l’ex premier laburista norvegese che il folle criminale voleva colpire insieme ai tanti giovani accorsi nell’isola di Utoya, è una straordinaria figura che appena quarantenne ha guidato la Norvegia per 10 anni. Successivamente per conto delle Nazioni Unite ha redatto il Rapporto Brundtland che è uno dei contributi fondativi della cultura ambientalista e dell’equità intergenerazionale.

Fu proprio il Rapporto Brundtland nel 1987 a introdurre il concetto di sviluppo sostenibile cioè di sviluppo che “soddisfa i bisogni del presente senza compromettere le capacità delle generazioni future”. Da allora in poi si inizia un cammino ancora in corso, quello dell’equità intergenerazionale come contributo ad un nuovo concetto di giustizia sociale.

Molte delle discussioni di questi anni sui giovani e il loro futuro, alcune declamatorie altre sinceramente ispirate a riconoscere loro diritti attuali, devono un tributo enorme a quella intuizione.

In Calabria abbiamo cercato di contribuire a questa dottrina aggiungendo con gli articoli 40, 41 e 42 della legge regionale 8 del 2010 un tassello alla costruzione di una contabilità sostenibile tra le generazioni e per noi quell’insegnamento ha un grandissimo valore.

E’ oscuro e disumano, certamente fuori dalla dimensione comprensibile il messaggio farneticante dell’ omicida di Oslo.

Dovremo interrogarci molto su come costruire un modello di società per gli anni a venire condizionati da fenomeni economici, finanziari e quindi migratori imponenti. Di certo il nostro futuro, se sarà di giustizia e di equità, di convivenza, rispetto e confronto tra culture, dovrà riconoscere alla Norvegia un tributo enormemente significativo, anche per gli eventi tragici dei giorni scorsi,  per la costruzione di un mondo migliore.

Demetrio Naccari Carlizzi, (Dipartimento Economico PD Nazionale)

 

 

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