Riequilibrio urbano e territoriale per lo sviluppo

La proposta di legge del Pd punta sul coinvolgimento dei Comuni

pubblicato su [strill.it] il 05/02/2014

‘’Una legge regionale che introduce opportuni strumenti per poter perseguire politiche di riequilibrio urbano e territoriale (Prut) con l’obiettivo di raggiungere un più alto livello di equità spaziale nei territori della Regione Calabria’’.

Lo presenta così il Partito democratico reggino il Progetto di legge, già proposto in Consiglio regionale dal primo firmatario Demetrio Naccari Carlizzi, che vuole incidere in maniera nuova sui processi di sviluppo del territorio, caratterizzato spesso da diseguaglianze e squilibri.

Nella sede del Pd di via Tenente Panella, insieme al consigliere regionale, accorrono anche i sindaci di Gioia Tauro, Renato Bellofiore, di Rosarno, Elisabetta Tripodi, e Teresa Celestino, membro dell’assemblea nazionale e di Maria Teresa Fragomeni vice segretario provinciale del Pd.

Secondo Naccari, che apre l’incontro, oggi come oggi ‘’manca una visione di sistema e coesa dei territori che crea squilibri economici che incidono sui processi di sviluppo e le chance che un territorio ha di agganciare processi di allineamento con le aree più sviluppate del Paese’’. In tal senso per il consigliere regionale vi è la necessità che le azioni dei soggetti pubblici e dei soggetti privati siano strettamente raccordate fra loro, in controtendenza rispetto a quella linea di pensiero che vuole che i processi di sviluppo debbano avvenire con interventi realizzati ad alti livelli istituzionali. ‘’La Regione – argomenta Naccari - sul territorio dispone di risorse significative, se si pensa all’ultimo avanzo di amministrazione di circa 5 miliardi 114 milioni di euro, ma si avverte anche la mancanza di strumenti che possano utilizzare le risorse in una visione complessiva di sviluppo’’. Per Naccari c’è bisogno di una capacità di governo a livello locale, che viene indicata proprio dalla proposta di legge che ‘’individua degli obiettivi di riequilibrio urbano e territoriale per raggiungere un più elevato livello di equità nei territori, perché l’equità nella distribuzione sociale economica è una condizione essenziale dei processi di sviluppo’’. La presenza dei rappresentanti del partito della jonica e della Piana viene inquadrata in questo senso: per testimoniare la possibilità o di agganciare questi programmi a grandi infrastrutture come il Porto di Gioia Tauro, o per portare avanti programmi di riqualificazione urbana, come necessario sui territori di Rosarno o della Jonica.

Ma Naccari punta anche l’indice sulla nuova programmazione 2014/2020 che a suo dire ‘’ancora non ha una traccia’’, perché ‘’la Regione è come un pugile suonato che non ha messo in campo neanche un’idea, rispetto a 20 miliardi di risorse disponibili’’. ‘’Pensiamo che – ancora Naccari - lo strumento delle Zone economiche sensibili possa essere un buon veicolo per dare un senso e una mission alla nuova programmazione comunitaria, con azioni mirate e che partono dalle necessità del territorio con strategie di intervento misurabile in una nuova politica pubblica efficace. Offriamo questo progetto di legge all’intero Consiglio regionale, come strumento per dotarsi di un meccanismo di visione e di azione amministrativa moderna’’.

 

La proposta di legge

Tocca però al professore Marino illustrare la ratio della proposta di legge. La sua disamina parte da quelle che lo stesso definisce ‘’criticità’’ della programmazione 2007/2013, considerando la proposta di legge un primo tentativo per rispondervi. Tra gli errori fondamentali intravisti negli ultimi anni da Marino l’eccessivo uso dei bandi che hanno tempi tecnici burocratici molto lunghi (circa 3 anni se tutto fila liscio), e i finanziamenti a pioggia ‘’che non tengono conto né delle zone e dei settori che avrebbero bisogno di una maggiore intensità di investimento, né delle differenze territoriali’’.

‘’Avere delle leggi di spesa come questa – sostiene Marino – consente invece di avere una capacità di spesa più elevata, e si possono fare dei correttivi immediati se qualcosa non funziona’’.

‘’La proposta di legge presentata prevede l’individuazione delle Zone Franche urbane, su cui sperimentare forme di fiscalità di vantaggio, e poi nella parte finale prevede anche un progetto pilota su una criticità forte della Calabria, quella dell’emergenza abitativa, a cui dare risposta anche per esempio con politiche finanziarie nuove e valorizzando il patrimonio regionale che è rimasto inutilizzato diventando un costo più che una risorsa. L’altro aspetto a cui la legge risponde è la poca attenzione che è stata data al territorio nel suo riequilibrio. Non ci si pone il problema di dove le imprese incentivate andranno ad operare, se si inseriscono nel contesto e se cooperano col territorio. Ma l’incentivo deve servire per far crescere il territorio. E le zone franche urbane nascono con questo scopo. Attraverso i Programmi di riequilibrio urbano e territoriale la Regione potrà intervenire direttamente con strumenti mirati per il riequilibrio urbano e territoriale, coinvolgendo nel processo anche gli enti locali’’.

L’iniziativa degli incentivi, insomma, non resta solo in capo alla Regione ma anche ai Comuni.

‘’Le zone franche urbane – ancora Marino - sono state introdotte dal governo Prodi in forma sperimentale, e si è impiegato cinque anni per fare i regolamenti attuativi, e nel 2013 quel Piano è andato a regime e oggi in Calabria abbiamo 8 Zfu, ma ce ne potrebbero essere tante altre. È rimasta fuori per esempio Gioia Tauro. E anche il caso Rosarno può considerarsi di riequilibrio territoriale. Con questa proposta, ogni Comune che reperisce delle risorse o può accedere alle risorse della programmazione regionale può autonomamente gestire la sua Zona franca urbana’’.

 

Dai territori

Il sindaco di Rosarno Elisabetta Tripodi offre il punto di vista di un amministratore di un territorio difficile. Ricorda il fallimento delle politiche industriali condotte in Italia negli ultimi venti anni, insieme all’intervento regionale in materia di utilizzo dei fondi europei, sottolineando il paradosso dell’area industriale ‘’amplissima e deserta’’ che manca delle più semplici infrastrutture, dai collegamenti viari a quelli dell’energia elettrica. ‘’Con questa proposta di legge torniamo coi piedi per terra, partendo da territori omogenei che hanno la possibilità di unirsi favorendo l’insediamento di microimprese con l’utilizzo della fiscalità di vantaggio e anche attraverso un ruolo da attore principale che reciteranno i Comuni’’. Riequilibrio urbano e territoriale, poi, per la Tripodi sono parole magiche, soprattutto se si pensa ai fatti degli ultimi anni e al massiccio arrivo di immigrati impiegati nell’agricoltura.

Da parte sua Renato Bellofiore, sindaco di Gioia Tauro parla di giornata importante per la presentazione di un progetto che, all’interno di un pacchetto più ampio, mira a rilanciare anche il Porto di Gioia Tauro. ‘’Importante perché si risolve a livello regionale senza bisogno di avere l’appoggio del governo. Importante anche perché rientra in un progetto più ampio, finalmente sposato dal Pd, che prevede il rilancio di un’area che ha un’importanza determinante per lo sviluppo della Calabria’’.

 

 

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