Primarie 2.0!

Possiamo aspirare ad un processo democratico vero

Primarie 2.0 ! Possiamo aspirare ad un processo democratico vero, sta a noi fare di più! Con alcuni correttivi possiamo trasformale in uno strumento di partecipazione e scelta concreta per i cittadini. Secondo alcuni, oggi, le primarie verrebbero  gestite predeterminandone i risultati,  vanificando l’intento di una democrazia diretta a vantaggio di  scelte fatte dalle gerarchie partitocratiche. 

In realtà non sempre le primarie, con l’attuale format, hanno prodotto più democrazia per due sostanziali motivi: 

la scarsa trasparenza delle operazioni di voto, ospitate in sedi di partito e affidate a militanti espressione delle fazioni in lotta; 

la breve durata che da noi si esaurisce in un mese di campagna per lo più interna agli apparati dei partiti, contro i sei mesi delle  primarie presidenziali statunitensi, che di fatto  limita l'affaccio delle posizioni e dei programmi e produce tendenzialmente la vittoria per il candidato espressione dell'apparato più strutturato organizzativamente.

In questo senso, dopo il decreto della vicepresidente Stasi, l'applicazione in Calabria delle primarie per legge  è un notevole passo avanti almeno per risolvere il problema della certificazione del voto. 

I possibili  correttivi riguarderebbero  ad esempio la scelta del presidente di ogni seggio  con sorteggio dalle liste della Corte d'Appello remunerando, con parte del previsto contributo economico degli elettori, il lavoro al seggio. Ancora, le operazioni di voto potrebbero avvenire nelle sedi dei municipi ed essere registrate e monitorate dotando ogni seggio di un tablet che addirittura potrebbe consentire un voto elettronico, tracciabile e semplice. 

Per quanto riguarda il format sarebbe facile pensare a una campagna trasmessa dalle televisioni locali e in streaming, cadenzata da almeno dieci confronti obbligati per i candidati, in luoghi simbolo delle cinque provincie. 

Un partito aperto e post ideologico si struttura anche con strumenti moderni.  Ciò risulterebbe un valido aiuto anche per esempio per impedire i giochi del tesseramento. 

Una democrazia avanzata paradossalmente può ripartire nel processo di riconciliazione con gli italiani iniziato da Matteo Renzi con un sistema di primarie 2.0 , un cammino di incontro con i bisogni dei territori nei tanti luoghi aperti dei nostri Comuni. 

Partiti forti non hanno bisogno delle primarie. I partiti di oggi non possono eluderle ma devono regolamentarle bene.

Demetrio Naccari Carlizzi 

 

 

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