Ma quale lobby, Scopelliti travisa la realtà dei fatti

di Demetrio Naccari Carlizzi

Ho letto con stupore il forum di martedì 22 dicembre dell’ex assessore al lavoro della Giunta Chiaravalloti ed ex presidente del Consiglio Regionale della VI Legislatura a “Il Quotidiano”, occasione quanto mai utile per far conoscere al grande pubblico i personaggi della politica e chi si ripropone per il governo del futuro.

Non posso tuttavia non intervenire, oggi dopo aver verificato che non si era davanti ad un istrionesca burla di fine anno, per confutare le gravi affermazioni fatte dal candidato della PDL che, in alcuni casi, sono delle vere e proprie provocazioni, in altre ancora, si limitano all’insensatezza e allo stravolgimento della realtà storica.

Apprendo che una lobby avrebbe combattuto Scopelliti alle elezioni comunali di Reggio del 2002 ed essendo stato il candidato avverso non posso fare a meno di notare come della sua cordata hanno fatto parte in quelle elezioni consiglieri comunali arrestati o indagati per gravi reati come, per esempio, concorso esterno in associazione di stampo mafioso (vedi operazione Testamento), persone inquisite per gravi reati, scelte dal sindaco per importanti incarichi politici e burocratici (nominati nonostante le evidenti incompatibilità denunciate dall’opposizione esplicitamente e puntualmente ignorate dal sindaco).

Non posso fare a meno di ricordare poi che proprio il Quotidiano pubblicò stralci delle intercettazioni disposte dall’autorità giudiziaria (inchiesta denominata “il caso Reggio”) con cui si evidenziano le scelte di taluni, loro si sono costituiti in lobby a tutela di interessi tutt’altro che generali o collettivi e che, in virtù della tutela di tali interessi, avevano deciso da che parte stare e boicottavano l’operato dell’amministrazione da me guidata.

Certo sarà un caso che tanti pentiti, come apprendiamo dalle dichiarazioni pubblicate sulla stampa (Fiume, Fragapane) dicano di essere amici e di votare o avere votato Scopelliti così “per amicizia” sarà un problema  di lobby!

Leggo poi di concorsi truffa al Comune, argomento molto caro al sindaco di Reggio, che dimentica come i concorsi della sua gestione o non esistano (vedi tentativo di fornitura interinale nel settore della polizia municipale) o siano esperimenti limitati e insufficienti.

Non posso non sottolineare che la ditta che ha fatto i concorsi nella sindacatura Falcomatà è la ditta leader  in Italia per le selezioni concorsuali (Senato della Repubblica, Inail, Inps, Comunicazioni, dell’Agricoltura, dei Beni Culturali, degli Esteri, diversi Consigli regionali e Università, etc.).

In ogni caso seguì i concorsi di Reggio dopo aver vinto una regolare procedura di gara e non per grazia ricevuta.

Nessun ricorso fu accolto a riprova di procedure ineccepibili e trasparenti.
Se oggi il comune di Reggio riesce a metabolizzare persino una classe dirigente inadatta alle sfide è forse per la qualità del suo personale interno, sia quello storico che quello reclutato  dai nostri concorsi, e non di certo per quelli che hanno ricevuto un incarico fiduciario dal sindaco, qualcuno addirittura indagato per gravi reati contro la pubblica amministrazione.

E’ appena il caso di ricordare che le procedure di “esternalizzazione delle funzioni amministrative di selezione del personale” sono state ideate a Reggio e oggi sono un patrimonio.

Il sindaco di Reggio parla poi di “debiti della sinistra” sull’acqua potabile, somme dovute alla Regione. Non c’è nulla di più falso.

Il Comune di Reggio infatti ha, tra i tanti debiti una voragine ormai evidente, un debito di 80 milioni di euro solo per il servizio idropotabile con la Regione. Tale debito in parte risale al passato. Si dà il caso però che noi avevamo accantonato ad hoc nel bilancio circa 40 milioni di euro perché contestavamo una parte del debito per forniture di acqua non potabile.

Scopelliti ha continuato a non pagare ma ha speso i soldi da noi accantonati e , a quanto pare, non ha previsto nulla in bilancio per gli anni di sua competenza. Questo sì che sarebbe un argomento da approfondire.

Disgraziatamente il Comune di Reggio, unico al mondo, non consegna il bilancio analitico ai consiglieri che l’hanno dovuto più volte richiedere per iscritto senza fortuna, in aperta violazione di ogni norma sulla trasparenza, sui poteri dei consiglieri e sulle regole minime del diritto.

Apprendo poi che il sindaco non è disposto all’autocritica neanche quando arreca un danno alla sua città.

Non prova vergogna per aver fatto perdere a Reggio 15 milioni di euro destinati all’edilizia pubblica agevolata.

Accusa invece di ammettere pubblicamente di aver fatto la delibera una settimana dopo della scadenza del bando e di averla inviata la settimana ancora dopo. Tali affermazioni si commentano da sé ma non per questo sono meno gravi. La verità per questo ritardo-infortunio è un’altra ed è chiaro chi “gioca sulla pelle dei cittadini”.

Quanto ai continui riferimenti al Bilancio della Regione e ai fornitori che fallirebbero per i presunti ritardi della Regione mi permetto solo di ricordare che le organizzazioni imprenditoriali di Reggio hanno più volte lamentato ritardi addirittura di un anno per i pagamenti.

Del Comune però e non della Regione. Tale situazione ha compromesso il processo di trasformazione della città che dati alla mano si è interrotto a Reggio con l’elezione dell’attuale sindaco. Sono pronto come sempre a confrontare dati e cifre e opere.

D’altra parte il sindaco confonde la certificazione del bilancio con la veridicità e solidità dello stesso e le contestazioni della Corte dei Conti con pareri positivi (Sic).

Forse la recente condanna a pagare 1,5 milioni di euro per aver causato un danno al Comune con l’incauto acquisto dell’Italcitrus per una somma superiore al valore del bene, come era stato stimato, l’avrò intesa come un premio in denaro per l’oculatezza gestionale!

D’altra parte se lo stesso sindaco sostiene che verso Sorical “il Comune  di Reggio, tra i morosi, è uno dei Comuni che paga di più…” ci sarà pure un problema e non solo con la lingua italiana!

In questi anni la città è stata utilizzata a fini elettorali e costretta in una rissa istituzionale che certamente non ha giovato.

Occorre invece lavorare per dare alla guida di Reggio una classe dirigente capace di tradurre in risultati i proclami perché i bisogni concreti dei cittadini non si soddisfano con la propaganda o con le suggestioni.

 

 

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