L'analisi del risultato delle politiche del neoconsigliere regionale Demetrio Naccari

La purga ci serva a ripartire

Voglio un partito aperto e di programma che valorizzi persone inutilizzate dal Pd

di Caterina Tripodi - il Qutotiano - 7/3/2013

L'ANALISIdel voto in casa Pd passa necessariamente dal più autorevole rappresentante calabrese dell'area renziana e sostenitore del partitoaperto, l'exassessore regionale Demetrio Naccari Carlizzi, appena rientrato a Palazzo Campanella grazie all'elezione a deputato del consigliere regionale Demetrio Battaglia. Ha una valutazione chiara dell'esito elettorale: eravate attesi allaprova del nove ed invece avete fallito l' appuntamento.

Perché? Sono più bravi gli altri, non vi siete spesi abbastanza...
«E' un modello politico che non ha retto.Non basta essere avanti nei sondaggi che sono solo aspettative iniziali. La campagna del Pd dal livello nazionale al locale è stata molto debole, non  ha  offerto all'elettorato un  messaggio chiaro e con la dovuta chiarezza proposte e soluzioni. Il lavoro delle primarie che aveva fatto emergere con Renzi, ma non solo con lui, una grande voglia di partecipazionee un insieme di proposte innovative è stato cancellato dalla presunzione di vincere mediando fra le voci degli altri. Il modello del partito tradizionale non regge, si era già avvertito quando al secondo turno delle primarie non si consentì il voto a chi non avesse già votato».

A lei comunque e' andata bene nonostante tutto......ma le liste al senato ed alla camera le piacevano davvero?
«Senta io non sono abituato ai regali e non ho mai smesso di impegnarmi. Ho sostenuto Renzi per contribuire a cambiare la piattaforma del Pd. Poi c'è stato un regresso ed abbiamo regalato a Grillo le proposte più forti e il vantaggio tattico accumulato. Si sono presentate liste specchio  della  condizione del Pd ed è emersa soprattutto una proposta debole in cui gli italiani non si sono riconosciuti».

I più maligni dicono che, a parte, l'incontro con la Bindi sulla sanità,si sia visto davvero poco durante la competizione elettorale...
«Non è vero. Ho partecipato con responsabilità alla campagna, semmai mi chiedo perché abbiamo deciso di non affrontare il tema del dissesto del Comune e dell'impossibilità delle famiglie di sostenere il peso fiscale che gli viene chiesto. Non soperché non abbiamo voluto chiedere conto della situazione dei comuni calabresi, invasi dai rifiuti e strangolati dalla recessione. Il problema vero è stato che il Pd non ha fatto le necessarie proposte e ha permesso a Grillo,anche a Reggio, di fare suo il malcontento».

Malignita' per  malignita' lei e' tra gli esponenti più rilevanti della corrente renziana però ha invitato con una mail a votare per Battaglia alle Parlamentarie del 29 dicembre...
«Ho fatto di più, ho inviato unanewsletter a 15 mila indirizzi per sostenere Battaglia e la Cannizzaro che era l'unica candidata renziana. Con Battaglia abbiamo una sensibilità comune e se ho deciso di non candidarmi alle primarie è perché credo che il Pd possa crescere nella collaborazione e nella condivisione dell'impegno di tutti. A Reggio viste le presenze di tanti amici può nascere un partito molto forte, basta lavorarci. Sinora emergono solo frustrazioni. Le distinzioni. Ma forse dare giudizi ora dopo avere già detto prima della campagna è inutile e può sembrare ingeneroso».

Da dove deve ripartire il Pd a Reggio ed in Calabria?
«Dall'analisi del voto e della situazione sociale. Di entrambe il Pd ha fatto a meno sinora e alle volte ha ripetuto impressioni non validate dai numeri come dopo le comunali. Ad alcuni non serve l'analisi io credo che invece dobbiamo essere severi con noi stessi ed assegnare un valore alla cosa. Tutti insieme dobbiamo partire dai fatti e capire i numeri. E' l'idea del partito come organizzazione chiusa che va cambiata. La politica senza elaborazione di soluzioni ci ha regalato Grillo».

Col suo innesto riprenderà vigore l'opposizione a Scopelliti in consiglio regionale, provando a far saltare il banco oppure lascerete consumare tutta la legislatura facendo il minimo indispensabile...
«ll problema è che il governo regionale non ha ottenuto sinora risultati apprezzabili e misurabili. Io non sono interessato a litigare con Scopelliti e non mi piace essere etichettato come nemico di alcuno. Mi interessano i provvedimenti per la Calabria. Bisogna spersonalizzare il confronto politico per non creare alibi ed impedire il confronto sulle proposte. Già in passato è successo ed abbiamo perso l'occasione per essere i primi a tagliare costi impropri e liberare risorse per la crescita. E' bastato etichettare tutte le proposte come scontri personali frutto di caratteri esuberanti».

La compagine degli ex consiglieri comunali da dove dovrebbe ricominciare? Possibile che non esista ancora un progetto chiaro e comune attorno al quale possa lavorare una squadra che era davvero affiatata?
«I consiglieri eletti nel pd erano 3. Poi si sono aggiunti Canale e Delfino. Un gruppo molto qualificato ma numericamente insufficiente. Non esisteva allora né adesso un partito moderno, cioè un insieme di persone, gruppi, associazioni, idee e proposte in grado di costruìre una piattaforma di propostee una linea politica che siano un obiettivo per gli elettori. Infatti, nonostante gli sforzi e le qualità dei singoli, il centro sinistra allecomunali ha preso meno del 30% contro Arena che politicamente parlando è una metafora come quelle di Bersani. Alle politiche in città PD e PDL si sono difatto equivalsi ma per vincere dobbiamo lavorare ancora molto».

Qualcuno dentro il Pd ha avuto un comportamento irresponsabile?
«Dipende dai punti di vista. Alcuni non si sono sentiti coinvolti,  altri  hanno pensato che fosse sufficiente sostenere Bersani alle primarie. Il piccolo particolare è che la maggioranza bisogna prenderla alle elezioni non alle primarie. Oggi gli elettori del centrosinistra (ma anche i più responsabili del cdx) ci contestano addirittura di non avere vinto. Abbiamo perso un'occasione. Sarebbe irresponsabile non capire e cambiare le cose».

Commissariamenti e congressi: parli ora o taccia per sempre...
«Neanche per mafia si tiene un commissariamento 3 anni. Era funzionale alla permanenza di una  classe dirigente a dispetto del consenso degli elettori. Poi se leggiamo qualche nome alla stretta finale mi pareche le ragioni  del commissariamento siano state dimenticate. Abbiamo visto i risultati. Speriamo la purga sia utile.Con il congresso che faremo a tutti i costi dobbiamo puntare a valorizzare le persone che sono inutilizzate nel partito e a impegnarne molte altre che oggi non hanno nessuna intenzione di stare con noi».

Quanti erano i renziani in città prima delle elezioni e quanti sono ora
?
"Verrebbe da dire che i renziani erano in molti ma fuori dal PD e il partito non ha fatto abbastanza per accoglierli. Il vero fatto è la mobilità dell'elettorato, i partiti ideologici tradizionali non servono. Non ci divideremo in renziani della prima ora e renziani acquisiti o in eventuali supporter di altri leader emergenti. In tanti sono stati con Bersani perché non hanno voluto correre rischi. Oggi dobbiamo puntare insieme a un partito invece che favorisce scelte di libertà sulle varie proposte. Un partito di programma è in grado di leggere i bisogni e dare risposte nuove. Questo è a mio parere il tipo di partito che dobbiamo costruire».

 

 

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