L'Assessore Demetrio Naccari Carlizzi scrive al Ministro Alfano

Di seguito la lettera inviata nei giorni scorsi per il finanziamento del carcere di Arghillà

Ill.mo Ministro,

accogliendo le istanze che da più parti della società civile e del mondo politico mi giungono, Le scrivo per sollecitare la Sua attenzione su un problema che ho particolarmente a cuore ed in merito al quale auspico un Suo intervento tempestivo e risolutivo, nell’interesse del plesso amministrativo che Le fa capo, ma anche di tutti i calabresi. L’ultimazione della casa di reclusione di Arghillà in Reggio Calabria.

Fin dal lontano 1988 si palesò, nella nostra Regione, l’esigenza di costruire una nuova casa di reclusione che potesse rappresentare lo sbocco naturale alla realizzazione del meritorio principio della esecuzione territoriale della pena.

Inoltre, oggi come allora, le strutture esistenti non permettono più di assicurare quel rapporto prudenziale tra popolazione carceraria e spazi disponibili negli istituti di pena. Il problema del sovraffollamento porta con sé drastiche conseguenze in ordine, anche e soprattutto, alla qualità della vita che al loro interno va garantita alla popolazione carceraria. Alle probabili carenze igienico-sanitarie si unisce poi l’impossibilità di creare spazi destinati alle attività “positive” cui i detenuti possano dedicarsi.

Il complesso iter progettuale e realizzativo dell’opera di Arghillà è stato pesantemente inciso dalla carenza di finanziamenti sufficienti ad assicurarne l’ultimazione. In particolare, le procedure concorsuali permisero, nell’ormai lontano 1994, di aggiudicare la gara al soggetto concessionario nel R.T.I.  CMC Pizzarotti. I finanziamenti ottenuti nel 2003 permisero di realizzare i primi due lotti della struttura e di stabilizzare il fronte settentrionale di essa. Al 31 gennaio 2003 risultavano in avanzata fase di realizzazione il completamento del muro perimetrale dell’area demaniale asservita all’Istituto penitenziario, la realizzazione del muro di cinta e delle postazioni di guardia delle sentinelle, il completamento del corpo di fabbrica adibito ad uffici della direzione e dei servizi sussidiari, il completamento del primo blocco detentivo con capacità allocativa pari a 250 posti, il completamento del corpo di fabbrica da adibire ad infermeria, nonché la predisposizione degli impianti tecnologici, elettrici, idrici e fognari interni al plesso carcerario.

Incompleti allora, ed ancora da realizzare oggi sono: gli alloggi di servizio, la caserma per gli appartenenti al Corpo di polizia Penitenziaria; l’edificio servizi, l’allacciamento stradale per collegare il plesso demaniale alla carreggiata del centro abitato di Arghillà ed i relativi impianti fognari, idrici e di illuminazione. Per il completamento dell’opera si conveniva allora tra i rappresentanti del D.A.P. del Ministero della Giustizia, del provveditorato alle Opere Pubbliche della Calabria e dell’Impresa Appaltatrice, il ridimensionamento della struttura, tenendo conto dello stanziamento di circa 14,5 milioni di euro. Il progetto esecutivo di variante veniva però completato solo nel mese di marzo 2004 da parte dell’impresa CMC Pizzarotti, ed in quel momento il finanziamento previsto allo stato revisionale del bilancio del 2002 da Parte del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, non era più disponibile perché destinato ad altre opere, ritenute probabilmente più urgenti. Nel 2004 lo stresso Ministero con D.M. assegnava al Servizio Integrato delle Infrastrutture e dei Trasporti per la Sicilia e la Calabria, già provveditorato alle Opere Pubbliche, un finanziamento di 16 milioni di euro da destinare alla Casa di Reclusione reggina. Tuttavia neanche in questa occasione veniva approvato, dal Servizio Integrato, il progetto rielaborato dalla Ditta Appaltatrice.

Le vicende brevemente sintetizzate, hanno avuto come esito il Commissariamento nella gestione dell’appalto, al fine di accelerare l’ultimazione dell’opera, completamento che però non può essere definito in assenza di fondi a ciò opportunamente destinati.

L’ultimazione dell’Istituto Penitenziario di Reggio Calabria-Arghillà, otre che essere indispensabile in termini di soluzione del problema del sovraffollamento delle carceri, rappresenterebbe anche un segnale dello sforzo istituzionale fino adesso compiuto per ottenere nuove e migliori prospettive per la popolazione carceraria, contribuendo a non rendere vano e superfluo l’impiego già ingente di risorse destinate ad una struttura che si è voluta moderna, efficiente e capace di dare risposte alle finalità rieducative cui è teso il trattamento penitenziario. Anche i tempi di ultimazione, estremamente contratti, avrebbero nell’immediato ricadute positive, facendo fronte a criticità attuali, non funzionali a mere prospettive.

L’estrema urgenza con la quale oggi Le chiedo di intervenire, nasce dalle considerazioni precedentemente svolte, cui si aggiunge la riflessione dei concreti benefici, in termini occupazionali, che il completamento dell’opera potrebbe portare in un territorio come il nostro, fortemente penalizzato dalla piaga della disoccupazione.

Certo che il mio appello verrà accolto, Le porgo i più cordiali saluti.


Demetrio Naccari Carlizzi

 

 

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