Il vuoto più grande

La Chiesa piange il suo pastore

Oggi, sabato 2 aprile 2005, alle ore 21,37, nei primi vespri della Festa della Divina Misericordia, il Signore ha chiamato a sé l'anima benedetta del Santo Padre Giovanni Paolo II.

Ci raccogliamo in preghiera per lui, che tanto ci ha amati, affinché il Signore lo accolga nella sua eterna pienezza di vita. Ringraziamo Dio per averci donato un Pastore secondo il cuore, testimone di Gesù Cristo con la vita e con la parola, che ha percorso con instancabile coraggio la via che da Cristo conduce all'uomo.

Sappiamo che questo grande Padre non ci ha abbandonati e ci affidiamo alla sua intercessione, per mantenere integra e viva tra noi la sua preziosa eredità di fede e di amore.

La Vergine Maria, a cui Giovanni Paolo II ha consacrato la sua intera vita, lo stringa nelle sue braccia di Madre e protegga il popolo di Roma".

Cardinale Camillo Ruini Vicario di Roma



L'ultimo messaggio di Giovanni Paolo II ai fedeli letto da monsignor Sandri durante la messa solenne

Il testo preparato da Wojtyla "E' l'amore che dona la pace"

"E' l'amore che converte i cuori e dona la pace" in un'umanità che "talora sembra smarrita e dominata dal potere del male, dell'egoismo e della paura". Questo il messaggio che Giovanni Paolo II ha voluto lasciare alla sua Chiesa. A leggerlo, al termine della messa solenne in suffragio di Wojtyla, è stato il sostituto alla Segreteria di Stato, monsignor Leonardo Sandri. Il testo era stato preparato dal Pontefice per il Regina Coeli di oggi, la preghiera mariana che dopo Pasqua sostituisce l'Angelus. "Lo faccio con tanto onore ma, come dire, anche con tanta nostalgia", ha detto monsignor Sandri prima di darne lettura.

Ecco il testo completo:
"Carissimi Fratelli e Sorelle! Risuona anche oggi il gioioso Alleluja della Pasqua. L'odierna pagina del Vangelo di Giovanni sottolinea che il Risorto, la sera di quel giorno, apparve agli Apostoli e 'mostrò loro le mani e il costato', cioè i segni della dolorosa passione impressi in modo indelebile sul suo corpo anche dopo la risurrezione. Quelle piaghe gloriose, che otto giorni dopo fece toccare all'incredulo Tommaso, rivelano la misericordia di Dio, che 'ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito'".

"Questo mistero di amore sta al centro dell'odierna liturgia della Domenica in Albis, dedicata al culto della Divina Misericordia".

"All'umanità, che talora sembra smarrita e dominata dal potere del male, dell'egoismo e della paura, il Signore risorto offre in dono il suo amore che perdona, riconcilia e riapre l'animo alla speranza. E' amore che converte i cuori e dona la pace. Quanto bisogno ha il mondo di comprendere e di accogliere la Divina Misericordia! Signore, che con la tua morte e risurrezione riveli l'amore del Padre, noi crediamo in Te e con fiducia ti ripetiamo quest'oggi: Gesù, confido in Te, abbi misericordia di noi e del mondo intero".

"La solennità liturgica dell'Annunciazione, che celebreremo domani, ci spinge a contemplare con gli occhi di Maria l'immenso mistero di questo amore misericordioso che scaturisce dal Cuore di Cristo. Aiutati da Lei possiamo comprendere il senso vero della gioia pasquale, che si fonda su questa certezza: Colui che la Vergine ha portato nel suo grembo, che ha patito ed è morto per noi, è veramente risorto. Alleluia!".

 

 

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