Correnti, roba da vecchi partiti

Naccari difende la Giunta e al Consiglio chiede di più

Definisce le correnti - il tema che in queste ore sta agitando e dividendo il Pd a tutte le latitudini, compresa ovviamente la Calabria-«roba da vecchi partiti», lui che è unico esponente di una Giunta regionale ad essere presente nella direziono nazionale del Pd ed alfiere dei "coraggiosi" di Francesco Rutelli, è alleprese con l'organizzazione di una due giorni di dibattiti e confronti a Stilo per parlare di cambiamento, con un occhio puntato alla novità del federalismo fiscale.

Demetrio Naccari Carlizzi s'inserisce nel dibattito interno al Pd sull'appartenenza a nicchie e componenti e tira le somme di questa estate politica ad alta tensione," tra rimpasti di giunta e posizionamenti dipartito.

Nel paese di Tommaso Campanella cercate l'ispirazione?

«Chi non ha bisogno di fermarsi a riflettere e di confrontarsi va a passeggio. Prepare 4 change, il tema di fondo di Stilo, non è possibile leggerlo, neppure malevolmente, come un incontro di corrente. Anzi è quasi una presa di distanza dal confronto oid fashioned cui stiamo assistendo, tipico dei vecchi partiti, che erano chiusi all'esterno e avevano un'identità monoculturale. A Stilo partiamo da una frase. del Mahatma Ghandi: "dobbiamo diventare il cambiamento ohe vogliamo vedere"».

 Il capogruppo del Pd Adamo sostiene che non ha senso parlare di associazioni, fondazioni e quant'altro se prima il partito non sarà strutturato e organizzato. Anche lei avverte un "vuoto"?

 «Adamo non sbaglia. Alcuni pensano che una bella corrente possa fare il miracolo di fermare il tempo o di distrarre dal merito su cui noi dobbiamo essere valutati, ma uno slogan e una corrente non fanno miracoli se si vive lontani dai problemi. Certo, oggi il partito non c'è come spesso avviene nelle fasi di transizione. Se però il partito non eserciterà la sua funzione sarà naturale assistere malgrado i nostri auspici alla frammentazione e perdere la scommessa di governare la Calabria».

 A proposito di governo e rischio frammentazione, secondo il deputato del Pd Franco Laratta c'è poca comunicazione tra livello governativo e politico, ovvero tra, la Giunta regionale e 11 partito. Lei che è componente della dirczione nazionale ed è assessore potrebbe "fliudificare" i canali di contatto...

«La necessità di costruire un partito non è oggi avversata dalla giunta in alcun modo. Noi anzi soffriamo la fase di transizione che ci priva del necessario sostegno di un partito strutturato. Ciò va al di là dell'autorevolezza individuale del segretario. Gli stessi parlamentari smora si sono allenati più per criticare ohe per rappresentare. u mio amico Laratta poi dovrebbe saperlo che non e la giunta che convoca la direzione. Potrebbe essere lui a farsi parte diligente».

E' un gran parlare di autonomia da Roma e di partito federale, ma proviamo a riempire di significato queste espressioni un po' politichesi...

«E' molto bello essere autonomi e liberi ma ho l'impressione che qualcuno confonda il valore dell'indipendenza culturale e la lotta alla partitocrazia con l'interesse all'immortalità politica».

Passiamo all'attualità: la vicenda del trust affidato al procuratore Tricoli di Crotone secondo alcuni (vedi ad esempio il deputato Doris Lo Moro) è stata giudicata come l'ennesima sconfitta per la Calabria.

«Sto imparando che occorre distinguere le responsabilità dei vari livelli di governo. Le responsabilità della politica, e ne ha tantissime, da quelle degli altri poteri o ordini dello Stato, ed ancora le responsabilità individuali da quelle di categoria. Noto tuttavia che lo Stato al di là degli sforzi di tanti e della sovraesposizione di alcuni non pare impegnato allo spasimo sul territorio. Certo, talune personalità come il prefetto Sottile e altre nominate nell'ultimo anno segnano un'inversione di tendenza almeno nelle scelte. Tuttavia, la mia impressione è che lo Stato abbia rinunciato a assicurare sino in fondo le sue funzioni in alcune aree del Paese».

Vertenza Why not a quanto pare in dirittura d'arrivo: che cosa non la convince?

«Why not è un tipico esempio di una questione che non avrebbe dovuto avere tanto spazio nel dibattito politico ed istituzionale. Perché i disoccupati di Why not dovrebbero avere regole diverse dai tanti giovani calabresi meritevoli veramente? Perché questi ultimi non ci hanno chiuso dentro il Palazzo? Apprezzo gli sforzi del collega Maiolo su cui pendeva la spada di Damocle della inaccettabile proposta dei capigruppo ma ritengo in ogni caso la questione nel suo complesso un punto di rischio di arretramento della Calabria».

Pronti, dopo il rimpasto al rush finale di legislatura?

«Vedo uno sforzo sincero del governo regionale per fronteggiare una fase difficilissima di cui nessuno fuori della Calabria si fa carico nemmeno per le proprie competenze e responsabilità. Credo che proprio per questo, dobbiamo migliorarci, ma vedo in Consiglio regionale il tentativo di riproporre abitudini e da noi  c' è invece bisogno di innovazione. Il presidente Loiero dovrebbe in questo senso iniziare a pretendere ». 

QUOTIDIANO DELLA CALABRIA

 

 

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