Regione, Naccari lancia le primarie itineranti

Serve un amministratore, non un pensatore

pubblicato su [strill.it] il 16/05/2014

”Le primarie sono uno strumento ineludibile. Credo che a fine giugno le realizzeremo”. Demetrio Naccari Carlizzi ha le idee chiarissime su quello che dovrà essere lo strumento per la scelta del candidato alla presidenza per le prossime regionali. ”Il tentativo di scegliere una personalità condivisa è corretto ma quello che dobbiamo scegliere è un amministratore, con funzioni di governo del territorio, che rappresenti 2 milioni di cittadini. Il candidato dovrà avere capacità e competenze amministrative, ma anche un progetto per la Calabria dei prossimi anni. Le due cose sono necessarie. Chi non sa cosa è un’amministrazione, può essere un grande pensatore ma non può guidare una regione. E poi anche nello statuto del Pd è previsto lo strumento delle primarie”.

Il Consigliere regionale, in passato già assessore a Palazzo Alemanni, oggi tra i più autorevoli sostenitori della maggioranza renziana alla guida del Pd, non nasconde dunque il suo tifo per l’ipotesi delle primarie interne per la scelta del candidato. ”Altro tema – aggiunge – è quello di prevedere un regolamento per le primarie che superi i limiti evidenziati negli anni. C’è da fare un passo avanti sia nella trasparenza dello svolgimento sia nella possibilità di dare una rappresentazione sempre più chiara dei programmi dei candidati, per consentire di mettere avanti la piattaforma che ogni candidato propone ed un diritto di scelta per il cittadino”.

”Avremo delle novità anche rispetto allo scenario nazionale – spiega Naccari – ad esempio penso a delle primarie itineranti, che consentano di votare in giorni diversi, che permettano ai cittadini di un territorio di verificare direttamente il confronto tra i candidati, interrogati ad esempio dai giornalisti o dagli esponenti dei vari settori della società civile. Così facendo si perderebbe quella caratteristica meramente organizzativa e curiale, cioè interna al partito, e si acquista una dimensione partecipativa”.

 

 

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