Ansaldo Breda

Fedele e la Regione non tutelano lo stabilimento reggino

Sono inaccettabili le affermazioni dell’assessore regionale ai Trasporti Fedele, secondo cui la Regione avrebbe le risorse finanziarie disponibili per l’acquisto di materiale rotabile, ma non può utilizzarle poiché Trenitalia non avrebbe disponibilità di treni. Quanto detto da Fedele nel corso delle audizioni dei vertici del gruppo Ansaldo Breda - Finmeccanica evidenzia il disinteresse assoluto verso lo stabilimento Omeca di Reggio Calabria.

Trenitalia per l’acquisto di materiale rotabile, al contrario delle aziende delle altre nazioni europee, pubblica bandi di gara con i quali non tutela affatto i produttori nazionali come Ansaldo Breda e alla fine aggiudica le commesse ad aziende francesi o tedesche e così via. Senza contare che per commissionare i treni bisogna comunque operare una programmazione di lungo periodo. Cosa che la Regione Calabria non fa. Si dovrebbe invece avviare una procedura di gara regionale, come prevede la legge, con condizioni che portino l’Ansaldo Breda a partecipare e ad essere anche favorita in quanto produttore nazionale.

Mi chiedo per quale motivo solo in Italia i treni si acquistino da aziende straniere, mentre i tedeschi comprano materiale tedesco e i francesi comprano materiale francese. Se Trenitalia, per motivi inspiegabili, vuole continuare a favorire produttori stranieri, la Regione ha gli strumenti per cambiare il corso delle cose, mettendo in campo i propri soldi, i propri bandi e i propri criteri di scelta.

Noi, nella precedente legislatura regionale, avevamo applicato proprio questo criterio. Le affermazioni di Fedele dimostrano che la Regione si è consegnata a Trenitalia, che, com’è noto penalizza sempre e particolarmente il Mezzogiorno, e confermano che nella pratica dell’attività amministrativa la Ansaldo Breda non è tenuta in alcun conto.

A questo proposito ricordiamo che, recentemente, lo stabilimento reggino dell’Ansaldo Breda ha ricevuto dal Belgio e dall’Olanda la disdetta delle commesse per la produzione di 19 treni e che le dichiarazioni dell'ad di Finmeccanica di inizio agosto hanno tracciato un percorso in ordine al futuro dell' Ansaldo Breda di assoluta incertezza, in quanto l'idea di spacchettare in due tronconi l'azienda ,generando di fatto una separazione di destino tra good e bad company , con la possibilità che all'interno di quest'ultima entità confluisca lo Stabilimento reggino, non corrisponde ad una logica di sviluppo industriale di settore, ma ha come unico obiettivo invece il risanamento economico del gruppo Finmeccanica a svantaggio del sistema Paese e in particolar modo della Calabria.

In un momento di enorme difficoltà per la nostra regione, anche rispetto al resto del Paese, non possono venire meno il contributo e gli investimenti della aziende a partecipazione statale (Finmeccanica, Anas, fsi, Alitaliaect) le quali non possono e non devono disimpegnarsi ma confermare la loro presenza sul territorio.

La vicenda Omeca necessita la riapertura del tavolo governativo, per trovare una soluzione che renda il settore ferroviario produttivo e strategico per il Paese ripartendo da sud e dallo stabilimento reggino. Questa emergenza ancora non ha trovato soprattutto da parte dell’attuale governo regionale la giusta attenzione nonostante la precedete giunta di centro sinistra avesse messo le basi per una concreta strategia di sviluppo del sito produttivo.

Nel marzo del 2010, nella mia veste di assessore regionale ai Trasporti, avevo promosso la firma di un accordo tra l’azienda del gruppo Finmeccanica, la Regione Calabria e Università Mediterranea, Università della Calabria per la ricerca e l’innovazione nel ciclo produttivo delle officine Omeca.

Nel protocollo si definiva una programmazione condivisa per la creazione del Polo di Innovazione nell’impianto di Reggio Calabria definendo una proposta di contratto di sviluppo.

La Regione Calabria si impegnava a sostenere finanziariamente i progetti relativi alla ricerca scientifica e all’innovazione svolti presso le due Università assieme alla formazione del personale. Ora mi chiedo cosa ne sia stato di quel protocollo ed ancora cosa è stato fatto fino ad oggi di concreto per la tutela di quel sito produttivo.

Demetrio Naccari Carlizzi

Consigliere regionale Pd

 

 

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