Pd abbraccia Sindaco di Gioia Tauro, Bellofiore

L’epilogo naturale di un percorso di maturità politica


pubblicato su [Strill.it] il 28/01/2013

di Claudio Labate - “Per quanto mi riguarda è l’epilogo naturale di un percorso di maturità politica”. Così Renato Bellofiore, sindaco di Gioia Tauro, spiega la propria adesione al Partito democratico. Che arriva dopo la parentesi che lo ha visto commissario dell’Udc gioiese,a  cui aveva aderito per un anno dopo essere stato eletto sindaco della città del Porto con un Movimento civico.

Certamente un’adesione pesante, a cui il Pd intende dare una valenza politica, con il parlamentare Marco Minniti in testa (presenti all’incontro anche il coordinatore cittadino Girolamo Demaria, il commissario di Gioia Tauro Demetrio Naccari Carlizzi, l’europarlamentare Pino Arlacchi, il capogruppo alla Provincia Pinone Morabito e il consigliere regionale Nino De Gaetano). In sala, anche un nutrito gruppo di militanti e consiglieri comunali gioiesi che salutano con soddisfazione il passaggio del sindaco di Gioia tra le file dei democrats.

Per il Commissario Naccari, che ha rivisitato il percorso amministrativo di Bellofiore “che – dice – ha portato la città alla rinascita”, il peso politico dell’adesione al Pd è da inquadrarsi nella uniformità di colore tra le guide delle tre città (con Rosarno e San Ferdinando) del Porto.

Lo stesso Commissario ha annunciato che dopo la tornata elettorale del 24 e 25 febbraio prossimi anche il Circolo Pd di Gioia Tauro terrà il suo congresso, mettendo in evidenza, rispetto all’adesione di Bellofiore, che “non siamo contenti solo in termini quantitativi, ma anche e soprattutto in prospettiva per il territorio”. “Bellofiore – sottolinea Naccari - ha anche avviato una serie di contatti di natura politica con i colleghi per dare vita ad una vera piattaforma politica da offrire al territorio e alla Piana”.

Da parte sua, Renato Bellofiore ha inteso ripercorrere il proprio percorso politico, nato tra i socialisti che videro in Prodi lo sbocco naturale dopo la diaspora. Il sindaco di Gioia ci tiene a sottolineare anche di non aver mai aderito a Forza Italia, smentendo anche chi giornalisticamente lo aveva rivelato, e aggiungendo che “forse qualcuno ha falsificato qualche firma”, dando seguito ad un giallo che non sembra aver trovato la parola fine. Ma poco importa in una giornata in cui Bellofiore mette in vetrina quelli che giudica risultati importanti per la città di Gioia che usciva dall’amministrazione commissariale del post Del Torrione.

Il neo democrat rinnega quindi la parentesi uddiccina (“Dopo un anno ho capito che non c’erano le condizioni per rimanervi” dice) esaltando le Primarie “senza eguali in italia, in una palude totale di progetti politici”, alle quali ha partecipato da elettore ma anche da commissario Udc. Dunque, promuove a pieni voti il Partito democratico: “L’unico partito che ci ha ricevuto al Parlamento (con Minniti e Lo Moro) firmando anche una interrogazione (insieme alla Calipari) quando si pose il problema della Tesoreria” (due gare andate deserte con il rischio di non pagare gli stipendi).

Ma poi ancora ricorda la catastrofe del fiume Budello, (“la Provincia governata da Morabito è stato l’unico ente ad interessarsene – dice – e ancora oggi nessun lavoro è stato fatto), l’attenzione dimostrata verso il Porto: “Insomma un partito che sta vicino all’istituzione, mentre gli altri fanno soltanto chiacchiere. Oggi – conclude - guardiamo al Pd come quella forza governativa che non puntando più sul Ponte, vede nel Porto lo snodo più importante per il Meridione”.

Per Arlacchi, l’adesione di Bellofiore è da intendersi come un “arricchimento per il partito”. Mostrando poi apprezzamento per l’ultima sortita del sindaco in relazione al problema rifiuti, Arlacchi lo descrive come “la persona giusta per trasformare il Porto nella leva sulla quale risollevare il nostro territorio”.
Anche per Marco Minniti quello di Bellofiore è stato “un percorso limpido in una regione come la nostra dove tutto sembra sempre opaco.

Non è avvenuto in un momento in cui si facevano le candidature. È un’adesione politica che ha seguito un percorso di maturazione”. Minniti e il Pd mostrano quindi di puntare forte sul Porto: “Queste scelte non sono frutto della campagna elettorale, visto che anche in campo europeo c’è stata interessamento come nel caso della battaglia per le tasse di ancoraggio.

Ma vorrei ricordare che a luglio la mozione sullo sviluppo della Calabria, primo firmatario Bersani, ha messo nero su bianco che il cuore centrale della stessa è il ruolo della Piana e del Porto. Noi diciamo di considerare la Piana e il Porto come questioni di politica nazionale, anche dal punto di vista emblematico. Visto anche l’idea che Berlusconi aveva dato del Ponte”.

Infine, un accenno alla campagna elettorale, senza sbilanciarsi troppo: “Avverto un segnale di attenzione maggiore da parte dei calabresi, anche per un ciclo, quello della destra, che si sta concludendo tanto in Calabria quanto più in generale nel Paese”.

 

 

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