Molti ricorderanno le note dei paladini del modello Reggio per un potenziamento dell’Atam

Dopo tante parole... ecco i fatti

Con deliberazione 147 del 30 marzo 2012 la giunta regionale ha programmato (con un certo ritardo) per l’anno in corso e rimodulato i servizi di trasporto su gomma della regione provvedendo a prorogare gli affidamenti ed ad adeguare all’inflazione le tariffe.
Non intendo entrare nel merito dei criteri posti nella deliberazione a base delle decisioni di riduzione dei km finanziati per alcune aziende e degli incrementi previsti per altre.

E’ necessario però, per amore della verità, constatare che le decisioni prese dalla giunta regionale hanno comportato una riduzione per l’ATAM di Reggio e quindi per i reggini in termini di servizi di circa 125 mila km annui, tra cui tutte le corse stagionali estive, per intenderci quelle potenzialmente a servizio della città turistica.

Voglio ricordare che nel 2009 sulla base della costatazione che Reggio avesse garantito un finanziamento km per abitante di gran lunga inferiore a Cosenza e Catanzaro nonostante fosse il capoluogo più esteso per superficie (236 km quadrati, la quinta d’Italia) e più popoloso (186 mila abitanti) della Calabria, provvidi ad far approvare dal Consiglio Regionale una norma che autorizzava il dipartimento Trasporti ad intervenire per realizzare una perequazione chilometrica tra tutte le città calabresi. Il risultato fu un’attribuzione straordinaria all’ Atam di Reggio Calabria, che fu definita storica, di quasi un milione di km in più per anno. Tralascio per brevità di sottolineare altri interventi sempre a favore dell’Atam dall’acquisto autobus a finanziamenti straordinari e non previsti o riconosciuti.
Sottolineo che ciò avvenne, in un quadro di potenziamento di altre realtà urbane come Lametia, Rossano, Vibo e Crotone. Senza contestazioni poiché il criterio posto a base del nostro lavoro era ed è incontestabile.

Non è questa la sede per discutere della gravissima e peculiare crisi aziendale dell’ATAM, nel quadro della generale difficoltà del settore trasporti. Non desidero nemmeno qui richiedere alcun riconoscimento a posteriori. Va nel conto che né da parte dell’amministrazione comunale di allora, né dall’amministrazione dell’azienda,  non vi fu alcun segnale pubblico di condivisione del lavoro, dei criteri scelti o del contributo all’azienda reggina e al trasporto pubblico locale.  Tanto è che alla presentazione dei nuovi servizi, e bus finanziati con i provvedimenti della Regione da me proposti, a cui non fui neanche invitato, fu dato ampio risalto solo all’intervento finanziario del Comune. Ebbene è notizia rilanciata dai sindacati che tale intervento del Comune non è mai esistito ed anzi la sua omissione è una delle cause della crisi dell’azienda che si è dovuta sobbarcare da sola la parte di mutuo non coperta dalla Regione ( il 75 % era nella delibera che feci approvare).
La direzione strategica dell’azienda disse allora che con 700 mila km in più l’azienda sarebbe andata in pareggio e si sarebbe salvata dalla crisi che l’attanagliava. Allora la discussione sulla necessità di vestire la maglia della città cenerentola della Calabria come al solito inondò le pagine dei giornali e delle tv. Improbabili attori, che del trasporto non hanno mai avuto idea, hanno scritto comunicati fiume. L’Atam ricevette però più km finanziati di quanti ne avesse richiesti, 1 milione contro 700 mila.

E oggi, dopo quasi tre anni, la Regione tinta di amaranto cosa fa? Taglia 125.000 di quei  chilometri che l’azienda di Reggio e la città, avevano ottenuto . C’è da rimanere senza parole. Si interrompe il percorso di perequazione una volta arrivati ad un passo dall’equiparazione completa dei trattamenti almeno tra le tre città più grandi e quindi più bisognose di  trasporto pubblico.

Qualcuno, nel tentativo di manipolare la realtà, arriverà a dire che quei km tagliati erano un residuo non utilizzato ovvero che i servizi sono già sufficienti alla città.  Ciò, a parere mio, invece significa che gli amministratori dell’Atam che, a distanza di tre anni dal finanziamento, non hanno ancora messo in esercizio tutti i km aggiuntivi sono stati incapaci di fare crescere l’azienda e corrispondere ai bisogni, talvolta drammaticamente evidenti di mobilità dei reggini in un momento di grave crisi economica. In un momento in cui la scelta del servizio pubblico è realizzata alle volte per esigenze economiche delle famiglie, la Regione taglia drasticamente e riduce i servizi di trasporto pubblico. Per Reggio, in sostanza, mentre decrescono le prospettive di servizio è cresciuto solo il debito aziendale. E’ l’Italia dei paradossi. Mi piacerebbe sapere quale è la logica, quale è l’obiettivo e quali sono i motivi. La realtà è davanti agli occhi di tutti, il tempo è galantuomo. Fiumi di inchiostro per la Regione di ieri e silenzio imbarazzato per le scelte di oggi.  Se questo è il modello per Reggio, allora siamo a posto!

Demetrio Naccari Carlizzi

 

 

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