Calabria, indagato il governatore Scopelliti

Falso in atto pubblico nei bilanci comunali

I fatti si riferiscono a quando era in carica come sindaco di Reggio Calabria nell'ambito delle indagini sul "caso Fallara", la dirigente comunale del settore bilancio suicidatasi nei mesi scorsi. Una recente ispezione del ministero delle FInanze ha rilevato un buco da 170 milioni nelle casse del comune. "Chiarirò la mia estraneità" dice il presidente

di Giuseppe Baldessarro - [la Repubblica] - 19 ottobre 2011

REGGIO CALABRIA -  Falso in bilancio. E' questa l'accusa che la Procura della Repubblica di Reggio contesta al governatore Giuseppe Scopelliti. Il Presidente della Regione Calabria nella tarda serata di ieri ha infatti ricevuto un invito a comparire per essere interrogato dal pool di magistrati che indaga sul "caso Fallara", la maxi inchiesta che sta tentando di far luce sul buco nelle finanze del Comune, quantificato proprio nelle scorse ore in 170 milioni di euro. La notizia è stata diffusa dallo stesso Scopelliti, finito nel vortice giudiziario nella qualità di sindaco, ruolo che ha ricoperto in riva allo Stretto dal 2002 fino alle regionali del 2010.

L'inchiesta partì a novembre dello scorso anno dopo la denuncia di due esponenti del Pd (Demetrio Naccari e Sebi Romeo) che documentarono come la dirigente del settore Finanze, Orsola Fallara, negli anni precedenti si era indebitamente liquidata parcelle per centinaia di migliaia di euro, quale componente (per conto del Comune) della Commissione Tributaria. Una denuncia che ebbe un epilogo tragico. La Fallara infatti un mese dopo si tolse la vita ingerendo dell'acido muriatico. Dal lavoro successivo affiorarono le responsabilità dell'allora sindaco, che nella scorsa primavera venne iscritto una prima volta (e interrogato) con l'accusa di abuso d'ufficio in concorso con la dirigente comunale. Successivamente i magistrati (il pool è guidato dal Procuratore aggiunto Ottavio Sferlazza e dai sostituti Sara Ombra e Francesco Tripodi) incaricarono tre periti di verificare eventuali altre anomalie relative alla gestione delle casse comunali. Perizia a cui seguì un'ispezione del governo, il cui esito è stato reso pubblico lunedì scorso. Gli ispettori del ministero delle Finanze hanno concluso con una relazione in cui si segnalano 22 irregolarità ed un disavanzo di almeno 170 milioni. Una voragine, si legge nella relazione "approssimata per difetto".

"Per ciò che riguarda la situazione contabile dell'ente - scrivono gli ispettori ministeriali - sono state rilevate pesanti irregolarità, consistenti nella mancata imputazione di oneri agli esercizi di competenza e nella conservazione tra i residui attivi di crediti non supportati da titolo giuridico". Per giustificare il tutto "sono stati adottati artifici contabili al fine di occultare la reale situazione finanziaria dell'ente". Non solo, quindi, un cattivo Bilancio, ma anche un Bilancio falsificato.

In sostanza quando il Comune approntava la propria contabilità di previsione la riempiva di crediti. Scriveva cioè che avrebbe incassato somme che in realtà "o non gli erano dovute o erano inesigibili". Tanto per fare alcuni esempi nel 2007 Palazzo San Giorgio affermava che sarebbero stati incassati 358 milioni e 537 mila euro. In realtà ne arrivarono 278 e 170 (ossia il 22% in meno). L'anno successivo in Bilancio c'erano entrate per 589 milioni e 400 mila euro. Ne arrivarono solo 402 milioni (il 31% in meno). L'anno terribile è però il 2010, l'amministrazione approva un Bilancio nel quale dovevano arrivare 736 e 712 mila euro, ma ne incassa solo 297 milioni (la metà). Una differenza sostanziale. Dichiarare che si incassava molto, significava stare dentro il Patto di Stabilità, condizione necessaria per poter spendere, assumere, contrarre mutui, pagare consulenze e progettazioni. Quando poi i conti non tornavano più, l'amministrazione comunale cancellava i debiti con un colpo di penna. Sparivano i debiti (con fornitori, altri enti e società miste) e i conti tornavano in equilibrio.

Ora di questi falsi l'ex sindaco sarà chiamato a rispondere. E secondo quanto afferma lo stesso Scopelliti "mi viene contestato, unitamente ai revisori contabili all'epoca nominati dal consiglio comunale, il reato di falso in atto pubblico a causa di irregolarità contabili presenti nei bilanci comunali approvati negli anni 2008-2010. Tengo a precisare  -  continua il governatore  -  come le responsabilità che mi vengono addebitate riguardino, esclusivamente, aspetti tecnico-amministrativi, che esulano dalle mie competenze politiche, e per i quali vengo coinvolto a cagione del mio ruolo di sindaco del Comune di Reggio Calabria all'epoca dei fatti oggetto di indagine. Sono fermamente convinto che, nel corso dell'esame richiesto dai pubblici ministeri, potrò chiarire la mia totale estraneità ai fatti che oggi mi vengono contestati".

 

 

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