Il raddoppio del termovalorizzatore di Gioia

Realizzare un unico termovalorizzatore è stata una scelta che contrasta la legge e la logica

Ciò che colpisce a proposito del raddoppio del termovalorizzatore di Gioia non è solo la decisione di destinare in quell’area e solo in quell’area, peraltro storicamente vocata per l’agricoltura, la realizzazione dell’ unico termovalorizzatore calabrese ma che a farlo sia stato non solo la cattiva politica calabrese ma anche i commissari che nel corso degli anni si sono succeduti nel ruolo a capo di un’emergenza rifiuti cui alle volte hanno addirittura contribuito. Realizzare un unico termovalorizzatore è stata una scelta che contrasta la legge prima che i più elementari precetti della logica. Gli interessi a fare ciò sono stati ancora più forti della logica e delle leggi. E’ comico il presidente Scopelliti quando parla di lobbies in azione in Calabria e non pensa a quelle che hanno operato ed ancora operano in questo settore. Poiché tutti sanno che la scelta di fare di Gioia la pattumiera della Calabria risale proprio alla giunta Chiaravalloti, di cui Scopelliti è stato autorevole assessore, prima di esserne fedele continuatore, tanto fedele da ricongiungersi naturalmente a quella esperienza pur interrotta dalla parentesi Loiero. Non aggiungo quindi nessuna sottolineatura su quale parte politica abbia la responsabilità della decisione.

Ricordo che come primo atto nel 2005 appena insediati votammo in Consiglio Regionale su proposta del collega De Gaetano, una norma nell’assestamento di bilancio a luglio per sospendere i lavori ed impedire il raddoppio del termovalizzatore. Quella norma venne impugnata dal governo Berlusconi dinnanzi alla corte costituzionale e dichiarata illegittima. Era infatti del governo nazionale la competenza a decidere.

Tuttavia è aberrante solo pensare che, accanto al danno ambientale e alla salute dei cittadini dell’area, la decisione di non realizzare un secondo termovalorizzatore nella Calabria del nord per decidere di raddoppiare quello di Gioia, cozzi non solo con la legge, come già detto (ma si sa i commissari hanno un’idea cedevole dell’ordinamento giuridico) ma evidentemente con la logica economica. I calabresi pagheranno nella tariffa dei rifiuti solidi urbani un sovraprezzo per il trasporto dei rifiuti dalla Calabria del nord a Gioia Tauro. Si tratta di cifre consistenti e tale leggerezza amministrativa, tale scelta incongrua e dannosa è la cifra dell’inadeguatezza di coloro che fanno finta di amministrare ma sono al servizio delle lobbies che dicono di combattere.

Mi ritorna in mente un’altra bravata del genere. Avere affidato la raccolta differenziata alla società d’ambito a Reggio al un prezzo di 2 milioni e 700 mila euro annui contro i 900 mila euro che erano stati offerti nella gara per la società mista di Reggio. Anche quella cifra è stata poi pagata. Da chi ? Un lettore estraneo alla Calabria penserà dagli amministratori incapaci dopo l’intervento della Corte dei Conti. Invece no, è stata pagata dai cittadini di Reggio in tariffa.

Oggi, tornando a Gioia, verifichiamo l’assenza di scelte di governo difendibili per questo territorio. La situazione del porto si è fatta difficilissima e le strategie regionali sono peggiori, sulle Ferrovie della Calabria si sta consumando un altro crimine di inadeguatezza amministrativa e di irresponsabilità sociale, ma mi chiedo se non sia il caso di individuare la figura del governatore di sostegno. Qualcuno in buona sostanza che indichi a chi deve decidere come decidere e cosa decidere. Siamo stanchi di parole vuote e senza senso, anche all’opposizione serve almeno un conato di governo per potere confrontarsi.

Demetrio naccari carlizzi, commissario pd Gioia Tauro   

 

 

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