Raffa si confessa Crisi, bilancio e candidatura

Il sindaco al forum di redazione di CO parla senza reti degli otto mesi da sindaco

Calabria ora - 17/01/2011

Raffa si confessa. A otto mesi (era il 14 maggio, ndr) dal suo insediamento sullo scranno più alto di palazzo San Giorgio, il sindaco traccia il suo personale bilancio di un periodo particolarmente travagliato per l'amministrazione comunale e per la città stessa. Ospitato dal forum di redazione Raffa ha parlato a 360 gradi e senza reticenze.

Sindaco, partiamo dall'inizio, a meno di due mesi dalla sua nomina è esplosa una crisi politica interna al centrodestra senza precedenti.

«Qualcuno dice, ma ti sei accorto solo dopo il 14 maggio che c'era qualcosa che non andava? No, io fino a quella data ho avuto un settore specifico. Dal 14 maggio ho sentito il peso di una re-sponsabilità più grande e la necessità di capire in determinati settori strategici dell'amministrazione, come il bilancio e i lavori pubblici, come stessero realmente le cose e ho proceduto con atri formali».

Faccia qualche esempio

« Uno dei miei primi atti è stato quello di scrivere alla dirigente Orsola Fal-lara per avere contezza di quale fosse la situazione delle casse comunali. L'altro passo importante che abbiamo fatto è stato quello di coinvolgere i responsabili dei procedimenti per capire perché tante opere pubbliche, già appaltate dal 2002, ancora oggi siano incompiute e per capire le ragioni di tante inefficienze nel settore della manutenzione. Questo è stato il mio doveroso approccio con l'apparato burocratico. Dovevo capire quali mezzi avevo a disposizione per dare risposte ai cittadini. Sia pur da facente funzioni avevo una responsabilità specifica attribuitami dalla legge ma anche dalla volontà politica».

Poi che è successo? Perché la crisi non è mai stata affrontata in Consiglio?

«C'è stato il famoso documento dei trenta contro di me. Il dibattito in Consiglio io l'ho chiesto, purtroppo non l'hanno voluto».

È possibile che sia stato l'approccio che ha descritto ad aver provocato la crisi? Tra l'altro in estate aveva parlato di mancanza
di agibilità democratica.

«L'agibilità democratica era legata alla difficoltà nella gestione dell'apparato burocratico ma anche alla considerazione che non avendo una maggioranza non ero in grado di governare la città. Da qui le mie dimissioni. C'è una sequenza logica che qualcuno però vuole offuscare».

Il centrodestra?

Non so se la maggioranza. Sicuramente una parte della politica, forse anche l'opposizione».
 
E allora perché sono rientrate le dimissioni?

«Ho avuto contatti a vari livelli, dalla Prefettura al vescovo. Ho cercato di capire qual era il percorso migliore e tutti sono stati concordi nel chiedermi di evitare il commissariamento.Ho deciso così di ritirare le mie dimissioni e ho aperto il dialogo con i partiti nel tentativo di ricompattare la maggioranza».

C'è riuscito?

«No. Una volta evitato il commissariamento è iniziata un'azione di logoramento che secondo me ha una dinamica ben precisa: quella di delegittimarmi politicamente. Non voglio passare per una vittima ma sono stato oggetto di un attacco mediatico a rotazione senza precedenti con centinaia di comunicati stampa inviati dal consigliere di circoscrizione fino al parlamentare».

Allora le ragioni della crisi non sono state politiche

«Non penso siano state politiche. In cosa avrei potuto interrompere quella continuità amministrativa di cui tanto si è parlato in un periodo così breve di gestione? Davvero l'annullamento della stagione di Rtl può aver distrutto un modello turistico? Riempire il Lungomare per una sera non è costruire un   modello     turistico,    B quello lo dobbiamo   Wt ancora completare». 

La crisi però non sembra finita, continuano a saltare i consigli comunali e lo stesso Pdl la accusa di inciuci.

«Mi sono stancato di affermare di essere un uomo del Pdl. Adesso mi aspetto che sia il Pdl a farmi sentire parte integrante di questo partito. Non basta che mi indichino come candidato a presidente della Provincia per liberare una casella che è quella del Comune per poi dimenticarsi tutto il giorno dopo. Mi aspetto che il coordinatore regionale in primis (Scopelliti, ndr) e gli autorevoli rappresentanti del partito presenti alla riunione in cui fu indicato il mio nome facciano chiarezza.In un partito occorre dialogo, altrimenti vorrebbe dire che ci troviamo davanti un modo di fare politica fidelistico-militare».

A cosa si riferisce?

«Dal giorno della mia indicazione a presidente della Provincia è in atto una congiura del silenzio. Ho dovuto registrare anche un ne-potismo inverso con Porcino, indicato da suo nipote Antonio Caridi, il quale era presente a quell'incontro e aveva votato a favore della mia candidatura. Adesso ci sono anche i repubblicani a rivendicare quella poltrona. E' evidente che c'è il tentativo di indebolire un percorso già avviato e io non ci sto. Simili stabunt simul cadent: se cade Raffa cade anche Arena, le due candidature hanno pari dignità e sono legate».

Proprio Arena le chiede di smentire circa il suo mancato in-vito alla presentazione dei nuovi bus Atam.

«Lui dice di avermi invitato in occasione degli auguri ai dipendenti di avermi informato della cosa. Al di là di questo si impone una certa formalità. Penso che un'iniziativa di quel tipo imponesse più rispetto istituzionale e una concertazione che forse non ci sono stati».

Intanto Arena si prende gli elogi dei suoi consiglieri e lei viene ignorato.
«Vuol dire che non pensano che io sia un candidato ideale».
Davanti a questa situazione potrebbe decidere di cambiare ca-sacca o aderire al terzo polo di cui tanto si parla?

«Non è una questione di casacche ma di progetti politici e, ripeto, rimango uomo del Pdl. Sul terzo polo occorre una chiarezza che al momento manca. Ad esempio se rude vuole sganciarsi davvero dal Pdl i suoi assessori dovrebbero uscire dalla giunta regionale. E' chiaro che se non dovessi ricevere le garanzie, che loro stessi mi hanno dato, farei le mie scelte e rimango un osservatore attento. Comunque continuerò a fare politica attiva».

Tornando all'attività amministrativa. Quale lo stato delle casse comunali?

«È la stessa domanda che ho fatto ai dirigenti a inizio mandato e non ho mai avuto una risposta. Ce incertezza, spero di poter chiarire la situazione economica al più presto con la collaborazione dei dirigenti preposti, compreso Nucera che responsabilmente ha ritirato le sue dimissioni. Se ci saranno difficoltà le affronteremo. Ho già detto ai dirigenti di restituire i residui che non sono riusciti a utilizzare e di tagliare le spese non fondamentali».

Sono misure da crisi estrema. Si può parlare di dissesto?

«Sono misure da buon padre di famiglia che se spende io deve incamerare io. Ci sono 47 milioni di spesa per le società miste, 45 per il personale e 15 di mutui, fra l'altro ci sono delle opere pubbliche che non sono state realizzate e di cui paghiamo regolarmente i mutui dal 1999. Il buco non è di 300 milioni di euro come ho sentito spesso dire, ma di 80. Allo stato dei fatti non ci sono gli elementi per certificare di predissesto, naturalmente aspettiamo i consuntivi del 2009 e del 2010. Quello relativo al 2009 dovrebbe essere approvato in giunta entro metà febbraio».

Ma le somme ottenute con i mutui che fine hanno fatto?

«È la famosa strategia che veniva messa in piedi per fronteggiare l'emergenza. Anche Nucera durante l'ultima conferenza stampa ha detto adesso arrivano 11 milioni dalla Regione. Ma questi arrivano per le fiumare. Se tu sposti 11 milioni per l'emergenza, hai il dovere di ripristinarli alla prima occasione utile. In parte li abbiamo già spostati per pagare i dipendenti».

È legale?

«C'è una delibera che autorizza la prassi se è legale lo stabilirà la magistratura che credo stia indagando in merito ».

Ma che modello è un modello che si regge su questi numeri e su queste prassi?   

«Non va demonizzato perché ha esaltato l'immagine della città, ma va rivisto. Non basta guardare i sondaggi sulla popolarità delle persone ma anche quelli sulla qualità della vita».

Ci sono numerosi problemi nelle periferie. I Piani triennali delle opere pubbliche non sono stati molto efficaci.

« Il 90% dei problemi è da ricondurre alla lentezza dei percorsi amministrativi nei lavori pubblici. Ho le idee chiare, ci sto lavorando da quando mi sono insediato: se ne esce ricreando la fiducia con le imprese, pagandole in base allo stato di avanzamento dei lavori. Con la Recasi abbiamo realizzato un sistema informatico che ci consentirà di verificare lo stato di avanzamento delle opere. La priorità sono manutenzioni e servizi come il sistema fogna§
rio. In quello idrico, invece, abbiamo registrato un passo in avanti».

Si parla di alienazione di beni. Che fine faranno il Miramare e il Girasole?

«Come altri enti, abbiamo avviato un piano di dismissione per superare il problema di liquidità. Per "Il Girasole" c'è una delibera di trasmissione all'Asp per un utilizzo sanitario. Per il "Miramare" c'è indicazione del Consiglio per la vendita e finché questo non si esprimerà diversamente resterà alienabile. Restando noi proprietari, poteva essere uno strumento di sviluppo. Ma è stata individuata in ingresso una spesa di 15 milioni di euro: spero, quindi, che si venda, altrimenti non sappiamo quando riusciremo a coprirla. C'è un piano di dismissione alloggi. Il 50% dei ricavati dalla vendita verrà reinvestita nella manutenzione».

Quali sono i problemi nel settore manutenzione e rifiuti? 

«Ci siamo ritrovati la stessa attività di raccolta, ordinaria e differenziata, sdoppiata in due tronconi (Leonia e Fata Morgana, ndr) mentre la Multiservizi ha lavorato per quasi 6 anni in un perimetro di gara ridotto rispetto all'estensione del territorio. Dopo almeno dieci riunioni con i dirigenti abbiamo individuato realmente l'ambito d'intervento specifico di questa ditta. Su questo problema è stata fatta chiarezza. Adesso si devono definire gli ambiti d'intervento della manutenzione straordinaria e su questo tema martedì avremo un incontro con i dirigenti comunali per definire il campo d'intervento della Multiservizi venendo a capo dei problemi tra ordinaria e straordinaria».

Perché non si procede a costituire la Fondazione Cilea?

«Ho fatto un'indagine e le fondazioni in Italia, soprattutto in questo momento, rappresentano un ulteriore aggravio di spesa per le casse comunali. Il problema che ci dobbiamo porre, ed è questo che ho chiesto venisse affrontato in modo concreto, è qual'è il rapporto costi e benefici per la stagione teatrale. Abbiamo tolto le terze serate e ridotto la spesa del 40%. Chi frequenta il Cilea vede bene che gli spettacoli scelti sono di qualità e, ad ogni uscita, c'è il pienone. Abbiamo speso quesf anno un milione e duecento mila euro per il cartellone; dalla Regione abbiamo per i teatri la sovvenzione di circa 400 mila euro. Per capire com'è andata la stagione bisogna vedere quali saranno gli incassi. Il primo step, a metà stagione, sarà la verifica di quanto abbiamo speso e guadagnato».

È trascorso un mese esatto dal tragico gesto di Orsola Fallara. Che idea si è fatto dell'accaduto?

«Sulla vicenda di Orsola Fallara c'è stato un accanimento mediatico. Personalmente sono rimasto parecchio turbato ed ho capito che era una persona forse più fragile di quel che si poteva immaginare e che appariva all'esterno. Dopo l'ultima conferenza stampa non mi sembrava ima persona che volesse farla finita. L'ho sentita agguerrita come sempre, molto attiva».

Si ferma un momento Rafia, poi riprende, quasi con dolore:

«Sono stato attaccato senza motivo. Ma dopo quello che era accaduto sulla vicenda delle autoliquidazioni non avevo molta scelta. Anzi, credo di essere stato molto sincero con lei e di aver avuto parecchio tatto. Ho deciso per la sospensione di 30 giorni e ho scritto una lettera a tutela dell'interessata. Una prassi normale nei confronti di un dirigente sul quale si devono svolgere delle verifiche».

Ma Orsola Fallara era più che un semplice dirigente?

«Diciamo che era parte integrante del progetto politico dell'amministrazione comunale. Il vero cuore pulsante. Ha coperto per 8 anni tutti i difetti presenti all'interno di palazzo San Giorgio. Però poi probabilmente si è sentita sempre più sola. Parecchie per-sone che le erano state vicine l'hanno abbandonata e lei è arrivata a compiere quel gesto estremo. Credo che un ruolo fondamentale l'abbia avuto quel senso di solitudine di cui si sentiva pervasa e la grande pressione mediatica cui è stata sottoposta. So che la magistratura ha aperto delle inchieste in merito a questi fatti. Da parte nostra c'è la massima disponibilità affinché tutto venga accertato, nell'interesse della città. Spero sk l'obiettivo di tutti».

Le recenti inchieste della Dda ("Alta tensione") hanno messo in luce come ci siano delle pericolose infiltrazioni all'interno del-Pamministrazione, specie in alcuni settori.

«Quanto emerso ci fa capire che c'è grande appetito da parte della criminalità sugli appalti pubblici e la volontà di influenzare parte della vita amministrativa. Però molto spesso le persone che ti si presentano appaiono assolutamente esterne alle realtà della malavita. Credo ci siano degli uffici tecnici talmente qualificati da poter affrontare bene questa situazione ed evitare che possano accadere simflr episodi. Tuttavia, bisogna guardare alle diverse storie personali, sulle quali, molto spesso, anche l'amministratore più attento può non avere cognizione. Confido pienamente nel lavoro della magistratura e sono convinto che il percorso intrapreso sia quello giusto ».

 

 

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