Museo di Reggio Calabria

Le dichiarazioni dell'on. Demetrio Naccari Carlizzi

Il progetto per la ristrutturazione di Palazzo Piacentini a Reggio Calabria, come è ben noto, nasce dalla volontà dell’allora Ministro dei Beni Culturali  on. Francesco Rutelli ed è stato cofinanziato dalla Regione Calabria.

La querelle sui Bronzi di Riace continua e sembra non aver mai fine. Anzi si alimenta di  giorno in giorno di nuovi spunti dando occasioni diverse di interventi ora all’una ora all’ altra forza politica in un susseguirsi di trovate di pura propaganda.

Dalla discussa proposta di “clonazione” della precedente legislatura, a cui proprio ieri (29 settembre 2009) una sentenza del Consiglio di Stato ha dato seguito con il via libera alla “riproduzione” dei famosi guerrieri,  alla tentata trasferta delle opere in Sardegna in occasione dello svolgimento del G8, tentativo sventato per cause di forza maggiore sopraggiunte, l’evento disastroso dell’Aquila, all’attuale “trovata” pensata ancora una volta per far allontanare i Bronzi dalla terra di Calabria e trasferirli stavolta a Roma in conseguenza della chiusura del Museo Nazionale della Magna Grecia di Reggio Calabria per la realizzazione dei lavori di ristrutturazione in vista del 150° Anniversario dell’Unità d’Italia.

Volendo cercare di mettere le cose in chiaro è bene partire dall’inizio, e l’inizio dei lavori in genere ha come presupposto un capitolato di gara, che nel caso in specie prescrive, a garanzia della fruizione dei pregiatissimi Bronzi, il mantenimento dell’apertura della sala in cui gli stessi sono custoditi per tutta la durata dei lavori e fino alla funzionalità delle nuove sale.

Tale clausola è stata accolta dall’ impresa giudicatrice dell’ appalto e non poteva essere altrimenti, essendo una prescrizione, sine qua non,  da dover comunque rispettare.

Non si riesce pertanto a capire quale possa essere stata la variabile intervenuta da far cambiare delle condizioni, peraltro contrattuali, e far optare per una scelta così “desolante” per la città di Reggio e per i reggini.

E non si dica che il viaggio dei Bronzi è dovuto per consentire le operazioni di restauro. Di chi la responsabilità? Perchè per questo bastano sei mesi al massimo.

Anzi, da tale opportunità si potrebbe trarre vantaggio ad esempio per la costituzione di un laboratorio didattico di restauro che, oltre a rappresentare un momento formativo e culturale per l’intera città, assorbirebbe ingenti flussi di visitatori, basti pensare alle scolaresche, e non solo calabresi, che ne potrebbero beneficiare.  

Intendendo, dunque, i Bronzi come “grandi attrattori turistici” anche nella loro fase “inattiva”, cioè quella del restauro, perché il trasferimento? Non vorrei si stesse pensando, data la sentenza di ieri, ad un viaggio con meta la “clonazione” ?

E comunque se proprio non fosse possibile tenerli nella sede museale in cui insistono i lavori, perché tra i tanti edifici disponibili in città non destinare la sede più opportuna per accoglierli? Tante le proposte in questi giorni, chi per Palazzo Campanella, sede del Consiglio Regionale, che effettivamente, come sostiene il presidente Bova, appare quella più qualificata e adatta alla funzione espositiva da assolvere. Tale sede era stata già a suo tempo discussa con la Sovrintendente dott.ssa Greco, ed era stata individuata come forse la sede più ottimale.

Riguardo invece alla pregiata, ma in questi giorni quasi dimenticata, collezione di  reperti archeologici custodita nel Museo e alle altre opere di notevole importanza quali la “testa di Basilea”, se ne parla sempre e solo per fini strumentali, come si fa del Kourus.

 Per essi il trasferimento è ragionevole e opportuno, ma altrettanto ragionevole e opportuno sarebbe stato prevedere anzitempo anche per essi una alternativa e sicura destinazione.

Pare che il sindaco Scopelliti, a suo tempo, anche per i reperti della Magna Grecia, avesse predisposto un “piano di trasferta”, addirittura a New York, prestati ad una mostra sui tesori di Calabria.

Perché non prevedere per tale patrimonio, approfittando della loro uscita “forzata” dal museo, un intervento di valorizzazione attraverso un ciclo di mostre tematiche ?

Risolto il problema collocazione Bronzi e delle altre opere facenti parti del patrimonio museale, rimane poi il più fondato e preoccupante problema. Quando si concluderanno i lavori di ristrutturazione del Museo? La preoccupazione in questo clima di poca chiarezza è legittima, anche perché dato il lento inizio,  c’è poca possibilità che si concludano nei tempi previsti. Ciò recherebbe non poco danno alla città di Reggio che verrebbe “defraudata” non si sa per quanto tempo del suo unico museo con evidenti ricadute negative non solo in termini turistici  ma economici e di  sviluppo in genere.

Insomma i Bronzi sono emersi ma quanto di sommerso c’è intorno?

 

 

Articolo precedenteArticolo successivo

Non ci sono commenti