Continua la polemica tra Ulivo e CdL sulla mancata messa in onda del documentario di Amelio

Il film della discordia

Naccari: un comportamento sconcertante. Scopelliti: nessuna censura

Pino Toscano - Gazzetta del Sud - Reggio Calabria, 25.09.2002

È scontro aperto tra Ulivo e Casa delle libertà sullo “Schermo nell'acqua”, il film-documentario girato a Reggio da Gianni Amelio e che il Comune (proprietario dei diritti) ha negato a Raisat per la messa in onda all'interno del programma “Trittico Meridionale”.

Il capogruppo azzurro in consiglio comunale, Bruno Ferraro, accusa la sinistra di aver voluto strumentalizzare l'episodio e, premesso che «per Forza Italia la cultura è un fatto importante, così come è importante l'immagine», sostiene che il sindaco, in sole quarantott'ore, non poteva avere il tempo materiale di valutare attentamente l'opportunità o meno di concedere il cortometraggio in questione» che peraltro, a detta del consigliere, «non suscita particolari entusiasmi per chi l'ha visto».

Ferraro preferisce soffermarsi, piuttosto, sui costi dell'opera e lo fa con una descrizione puntigliosa, elencando le relative delibere. Afferma: «Si sono spesi 874 milioni per produrre in totale 45 minuti di filmato. Naturalmente la cultura non è una merce che si vende a chilo ma, attesi i costi, i ritorni in termini economici, sociali e d'immagine, pretendere che il sindaco in 48 ore decida sul filmato sembra una cosa strumentale, puerile e oltretutto scorretta».

Ma l'offensiva del centrosinistra prosegue. Dopo le reazioni di Sebi Romeo, Nuccio Barillà e Gianni Pensabene, adesso è la volta di Demetrio Naccari con una interrogazione al sindaco. Ricordato che “Uno schermo sull'acqua” ha ottenuto riconoscimenti nazionali e internazionali, il capo dell'opposizione contesta le cifre fornite da Palazzo San Giorgio: «Il costo è stato di poco superiore ai 200 milioni e l'operazione attuale non comportava nessuna spesa per il Comune, mentre pare che la Regione abbia sborsato oltre un miliardo per uno spot all'interno della stessa trasmissione».

Quindi, censurando la censura del sindaco, richiama lo «sconcerto» di Gianni Amelio per il comportamento dell'amministrazione comunale, dichiarandosi sconcertato a sua volta. «Le immagini di quel documentario», aggiunge Naccari, «non sono un “fatto politico”, tant'è che quando fu realizzato ricevette apprezzamenti da più parti».

E si chiede: «Perchè il sindaco ha tanto timore di autorizzare la trasmissione del filmato su Reggio durante l'operato della giunta Falcomatà?». L'augurio dell'esponente dell'Ulivo è che «quanto emerso non sia il vero volto di chi amministra: vicino a logiche di partito e lontano dalla sensibilità di chi governava senza spirito di parte e nell'interesse esclusivo della città».

L'interrogante conclude sollecitando il sindaco a dare subito la liberatoria alla visione del documentario. Molto critico anche il segretario generale della Cgil reggina, Nino Costantino: «Quella dell'amministrazione comunale è stata una decisione sbagliata, incomprensibile e censoria.

Il film è una sorta di racconto sulla storia di Reggio dove emerge, dalle testimonianze di decine di nostri concittadini, un passato pesante, ma nel quale è presente anche la voglia di riscatto. La censura non ha mai rappresentato uno strumento di crescita, semmai è stata troppo spesso utilizzata per imbavagliare, per evitare il dialogo, per impedire alle persone di pensare.

Tutto ciò è inaccettabile per una città come Reggio che deve tendere, invece, ad aprirsi al contributo di tutti per crescere e diventare una città in grado di confrontarsi a testa alta con il resto del Paese».

In serata però è lo stesso sindaco Giuseppe Scopelliti a compiere un gesto distensivo, intervenendo nella vicenda con lo scopo di allontanare da sé i sospetti di qualunque pretesa censoria: «Non avevo affatto l'intenzione di impedire la proiezione del filmato. Avevo, questo sì, il legittimo interesse, oltre che la curiosità, di vedere la cassetta prima di concederla, per capire bene quale potesse essere l'impatto sulla realtà reggina.

Ribadisco che ho avuto pochissimo tempo a disposizione e solo per questo la richiesta, al di là del mio personale punto di vista sull'opera, non è stata evasa nei tempi strettissimi imposti dalla Rai, che peraltro intendeva aggiudicarsi l'esclusiva. Credo che sulla vicenda si sia ingenerato un equivoco e ne sono sinceramente dispiaciuto».

 

RC 25 09 2002

Pubblicato il 28/02/2005

 

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