1972-75, l'epoca in cui l'ospedale fece il grande salto di qualità

Una documentata ricostruzione di Demetrio Naccari Carlizzi

Pubblicato su Gazzetta del Sud 31/01/2007

Il recente riconoscimento alla divisione di Nefrologia dei "Riuniti" parte da lontano
 
La notizia che il centro di Nefrologia dei Riuniti di Reggio sia di assoluta eccellenza nel panorama nel panorama europeo mi consente esprimere alcune riflessioni sulla sanità a Reggio. Non è noto ai più giovani come alcuni tra i punti di eccellenza presenti ai Riuniti di Reggio siano nati nel 1972-1975.

Allora l'ospedale, come ente regionale ospedaliero, era retto da un consiglio d'amministrazione che ebbe il pregio non comune di impostare un ospedale moderno in tempi record, addirittura creare dal nulla 4 reparti di eccellenza in soli 11 mesi.

I medici furono scelti in base al merito e quindi senza badare ad alcuna tessera, trasversalmente ad ogni appartenenza.
Alcuni primari portarono l'ossatura delle loro equipes e a Reggio formarono giovani medici che oggi sono di assoluto prestigio ed allora erano i più bravi laureati reggini.

Così facendo si riuscì ad insediare a Reggio personaggi del calibro del prof. Maggiore (suggerito dal prof. Donato presidente del CNR), del prof. Del Vivo che operava a Zurigo come aiuto del luminare mondiale Yasergil, del prof. Omodeizorini, del prof. De Pasquale, del prof. De Maio, che operava allora a Berlino, del prof. Gabrielli, del prof. Carlo Contini, del prof. Achille Sicari, del prof. Serrao e di giovani promesse come Alberto Neri.

Così naquero i reparti di Nefrologia, di Neurochirurgia. di Ematologia e Microcitemie. di Malattie Infettive, di Analisi Cliniche e di Chirurgia, di Neonatologia. È in questa logica feconda che proprio allora che fu reclutata una generazione di giovani di grande valore come, fra gli altri, Zoccali, Mazzitelli, Trapani Lombardo, lacopino, Bellinvia,
Nicolò, Cozzupoli, Misefari, Toscano etc..

I reparti furono allora dotati di attrezzature all'avanguardia e stimolarono le aziende a sperimentare ai Riuniti nuovi macchinari nei reparti più avanzati. Oggi sappiamo che la sanità deve molto alle nuove tecnologie e che il Mezzogiorno ha accumulato un gap inaccettabile proprio nella tecnologia biomedica.

Il tutto è stupefacente se solo si pensa al fatto che tali investimenti furono realizzati da un'azienda autonoma regionale, senza alcun finanziamento regionale, ricorrendo al credito bancario e furono ripagati con le rette già nel primo anno come ad esempio per il centro di nefrologia divenne subito un riferimento per tutto il Mezzogiomo d'Italia e per la Neurochirurgia da subito di richiamo in tutta Italia.

Alcune scelte non furono solo illuminate ma anche coraggiose se solo si pensa al fatto che alcuni di questi personaggi, come per esempio DelVivo e così gran parte della sua équipe, non erano cittadini italiani o operavano all'estero e che quindi non avevano allora il riconoscqnento giuridico del titolo professionale nel nostro ordinamento.

Allora le violazioni di legge in sanità furono queste.

Come è facile intuire furono inimmaginablli le pressioni, gli interessi e le resistenze che furono vinte non da metodi consociativi ma dalla creazione di un vero consenso nella città. A questo sforzo dobbiamo il primo trapianto di reni a Reggio Calabria, oltre trenta anni fa.

Il metodo quindi per costruire un ospedale regionale che non faccia solo l'attività di primo livello è quello della professionalità assoluta, delle scelte di qualità, dell'innovazione tecnologica, della programmazione che forma la scuola.

Complimenti quindi al prof. Carmine Zoccali, presidente della Società Italiana di Nefrologia, che oggi testimonia come si possa ancora di più consolidare una posizione di eccellenza e auguri a pangallo perché possa con il suo apprezzato lavoro dare ai Riuniti un ulteriore salto di qualità come nei primi anni 70.

Quel comitato di gestione dei primi anni 70 segnò una svolta i cui effetti sono evidenti ancora oggi. Viene voglia di sapere chi fossero i componenti. Franco Quattrone· era il presidente e l'ideatore. Mimì Cozzupoli, Totò Polimeni, Rocco Gullace, Mimmo Aragona, F. Attinà, F. Aguglia e Nino Destefano i componenti.

In un'epoca di contrapposizioni ideologiche e scontri aspri seppero dare una grande lezione di senso del bene comune, politica ed amministrazione. Del Vivo era un convinto missino, Maggiore un iscritto al Pci e Omodeizorini era democristiano.

 

 

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